Free cookie consent management tool by TermsFeed Policy Generator Lettera Aperta al Ministro della Giustizia, Onorevole Nitto Francesco Palma

Lettera Aperta al Ministro della Giustizia, Onorevole Nitto Francesco Palma

Eran 44, eran giovani e forti, e sono morti...
Morti di stanchezza, si intende.
Egregio Signor Ministro, chi le scrive è uno dei  44 idonei-vincitori del concorso per educatori penitenziari (bandito nel 2004, concluso nel 2008),  che nel maggio 2010, a seguito di rinunce, sono stati invitati a scegliere la sede di destinazione per svolgere la professione, appunto, di educatore penitenziario.
Sono uno di quei 44 che da maggio del 2010 ancora attende di prendere servizio, o perlomeno di sapere se e quando potrà  farlo.
Le ragioni di questa incresciosa vicenda sono già state poste alla Sua attenzione, è inutile rimarcarle.
Né voglio angustiarLa facendo leva su sentimentalismi, insistendo  sulla miseria delle nostre esistenze o sull'angoscia cui ci costringe a questa interminabile attesa.
Meglio chiarire subito un punto: per l'Amministrazione Penitenziaria, assumere queste 44 persone è un privilegio.
Per le professionalità che sono in grado di offrire: parliamo di laureati, professionisti, giovani di talento cui fa torto soltanto la difficile congiuntura storica che ne mortifica ambizioni e capacità.
Persone che hanno voglia di lavorare, disposte a trasferirsi anche molto lontano da casa, anche in sedi disagiate.
Non siamo 4 gatti. E neanche 44 gatti, in fila per tre col resto di due, come nella vecchia canzone che le nostre mamme ci costringevano a sopportare per ninna nanna.
Siamo forse 44 matti, che non riescono a rassegnarsi all'idea di aver studiato per anni, superato una preselezione, due prove scritte, un esame orale, aver scelto una sede lontana ed aver organizzato di conseguenza la propria vita, e ora a rinunciare...magari attendendo in silenzio che la graduatoria scada.
Perché tutto ha una scadenza. Persino le nostre energie, la nostra motivazione.
E allora, in Italia ci sono 44 persone in più , ogni giorno che passa,  che perdono fiducia nelle Istituzioni, in chi li governa, in chi dovrebbe garantire e sostenerne i diritti.
In termini elettorali, siamo nulla. Ma in realtà, è l'ennesima piccola crisi che si consuma e rischia di risolversi nel silenzio.
Egregio Ministro, davvero si può permettere tutto questo?
Abbiamo diritto a portare il nostro contributo.
Ce lo permetta.
Intervenga a risolvere questa assurda situazione.
Forse in un delirio di onnipotenza, mi piace addirittura immaginare che il giorno della firma del contratto, noi 44 potremmo essere ricevuti e da Lei ricevere il primo saluto come nuove leve dell'Amministrazione Penitenziaria.
Tutti e 44. In fila per tre, col resto di due.
 
Dario Scognamiglio
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