Presentazione del libro di Stefano Anastasia
Metamorfosi penitenziarieCarcere, pena e mutamento sociale
L’autore ne parla con
Anna Finocchiaro e
Mauro Palma
Modera Donatella Stasio, Il sole 24 ore
Roma, lunedì 25 marzo, ore 18.00
la Feltrinelli Libri e Musica, Galleria Colonna
«La degradazione del detenuto, la sua sofferenza fisica e psichica, sono quanto la società chiede al carcere. Cercare di invertire il senso di questa domanda sociale è apprezzabile quanto irrealistico. Non resta che il terreno di una contesa, sui diritti e sullo status dei detenuti». La fine del «secolo breve» ha portato con sé la riscoperta del carcere e della privazione della libertà, di cui il sovraffollamento penitenziario italiano è solo un episodio. Questo è stato l’esito di un trasferimento di risorse economiche e simboliche dal welfare state a quello che è stato chiamato il prisonfare. Determinante, in questo mutamento, il modo in cui l’ideologia neoliberista ha accompagnato il processo di globalizzazione, in nome di una flessibilità che si è risolta in precarietà sociale ed esistenziale, alimentando così una domanda di controllo penale della marginalità sociale. Al termine di un lungo ciclo durato più di trent’anni, le democrazie occidentali sono chiamate a fare i conti – anche in questo campo – con le loro promesse non mantenute, a partire dalla garanzia dei diritti fondamentali delle persone private della libertà...
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