Parigi, rivolta nel ginnasio-squat Scontri per evitare che la polizia porti un immigrato nel cpt. Niente regolarizzazione per 23 mila sans papiers, Sarkozy nella bufera Anna Maria Merlo Parigi Giornata drammatica a Cachan, alla periferia di Parigi, al ginnasio dove sono rifugiati da più di un mese gli ex abitanti del più grosso squat di Francia espulsi nell'agosto scorso: la polizia è intervenuta, con manganelli e gas lacrimogeni, per rispondere alla rivolta che è scoppiata ieri pomeriggio, quando gli agenti hanno fermato un uomo con l'intenzione di rinchiuderlo in un cpt per poi espellerlo. Una famiglia si è messa in mezzo per difenderlo, perché già lo scorso fine settimana due padri di famiglia sono stati espulsi e lunedì un altro è stato fermato mentre accompagnava i figli a scuola. Quando gli agenti hanno cercato di fermare l'uomo, nel ginnasio dove vivono in condizioni disastrose più di 200 persone, la reazione è stata immediata. L'uomo, tra l'altro, aveva appena ottenuto un permesso regolare di soggiorno per tre mesi, per causa malattia. Il bilancio è pesante: sette feriti, tra cui due donne e un poliziotto. «Sarkozy pensa che dopo le poche regolarizzazioni delle famiglie di bambini sans papier adesso si debba fare pulizia degli altri», denuncia Jacqueline Lévy della Ligue des droits de l'homme. L'episodio di Cachan arriva a conclusione di una giornata di forti polemiche sulla sorte dei sans papiers. Il ministro degli interni ha dichiarato lunedì in tarda serata, in una trasmissione tv pre-registrata, che le regolarizzazioni in seguito alla circolare del 13 giugno scorso sono state di 6924 adulti. Ma le domande delle famiglie di bambini scolarizzati in Francia erano state 30 mila. Ci sono quindi 23 mila persone che restano senza documenti. E schedati. Questo è il rischio sottolineato dal Resf (Reseau education sans frontières) movimento di disobbedienza civile per proteggere le famiglie di immigrati, da mesi impegnato nella battaglia per i bambini sans papiers. Per Sarkozy «la parentesi è chiusa», la Francia non concederà più sanatorie dopo le regolarizzazioni date al contagocce quest'estate. Secondo Laurent Giovannoni, presidente della Cimade, «il ministro degli interni a luglio ha deciso delle quote. Si tratta di una scelta prima di tutto elettoralistica, senza esaminare le domande una per una, come era stato promesso, nell'interesse delle persone». Che cosa succederà ora ai 23 mila respinti? Le scuole si stanno organizzando. Presidi e insegnanti si sono impegnati a non fornire informazioni alla polizia sui bambini sans papiers iscritti nelle scuole e sulle loro famiglie, ora facilmente identificabili, visto che si sono scoperti a causa delle promesse della circolare. L'opposizione protesta ad alta voce. Per il segretario del Ps, François Hollande, Sarkozy ha adottato un «metodo detestabile». Ségolène Royal ha accusato il ministro degli interni di «menzogna pubblica». Il centrista François Bayrou denuncia: è stato «fissato il numero delle persone che sarebbero state regolarizzate prima di esaminare le domande. A cosa serve, in queste condizioni, l'esame caso per caso ? L'altra questione è: cosa faremo dei 23 mila respinti? Visto che ci viene già detto che non saranno espellibili, abbiamo creato una situazione di sans papiers stabile, inquietante e problematica». Il mediatore nominato da Sarkozy, l'avvocato Arno Klarsfeld, ha affermato ieri che è «evidente» che non tutte le famiglie respinte «saranno espulse». Sarkozy è in imbarazzo, a pochi mesi dalla designazione del candidato Ump alle presidenziali. Le associazioni non mollano: il 27 sono previste manifestazioni di protesta di fronte a tutte le prefetture francesi.