Naufragio a 40 miglia a sud dell'isola. Salvati in 21 da un peschereccio
Da gennaio sbarcati in Italia più di 11mila extracomunitari
Lampedusa, si rovescia barca di clandestini
Annegano una donna e il suo bambino
ROMA - Il loro sogno è naufragato a quaranta miglia a sud di Lampedusa, quando ancora il profilo dell'isola neppure si vedeva. Il mare in burrasca ha rovesciato la barca sulla quale viaggiavano da giorni insieme a 21 disperati come loro, senza più acqua né cibo. Sono morti abbracciati una donna e il suo bambino, affogati in un mare che non ha lasciato scampo a quel vecchio barcone lungo sei metri, troppo carico ed impotente sotto la furia delle onde alte due metri.
Se si sono salvati in 21 lo devono alla generosità dei marinai del peschereccio di Mazara del Vallo e alla fortunata coincidenza che ha voluto far incrociare le loro rotte in quello specchio di mare in burrasca. Ma la madre e il suo bambino non ce l'hanno fatta: quando la prora del peschereccio si è avvicinata alla sagoma del barcone rovesciato, i loro corpi erano già sul fondo del mare. Sono stati recuperati più tardi dall'equipaggio della nave Libra della Marina Militare.
Nel 2004 i clandestini sbarcati in Italia sono stati 13mila; l'anno successivo l'ondata è arrivata a 23mila e nei primi sei mesi del 2006, gli immigrati clandestini sono stati già 11mila. Un esercito disperato disposto ad attraversare il deserto africano e il Mediterraneo per raggiungere un sogno in Italia. Uomini e donne derubati dei loro risparmi da organizzazioni criminali che fatturano 300 milioni di euro l'anno. Pagano il controvalore di 2.000 euro per raggiungere l'Italia via mare dalla Libia; 700 euro per sbarcare dal Marocco le Canarie; 600 via terra per la Spagna. Due giorni fa, nel porticciolo di Lampedusa erano sbarcati 237 clandestini e il giorno prima erano stati soccorsi altri 200 migranti.