Flussi 2006
Finora solo 10mila ingressi, respinto il 20% delle domande
Gli Sportelli Unici hanno concluso l'esame di 100mila domande, ma i consolati rilasciano i visti col contagocce. Le quote non assegnate andranno a chi ha presentato domanda dopo il 21/7?
ROMA - Gli Sportelli Unici hanno concluso l'esame di 100mila domande d'assunzione, ma nei consolati la situazione è critica e meno di diecimila tra muratori, operai, colf, badanti e altri lavoratori stranieri non stagionali richiesti da famiglie e imprese sono riusciti a prendere il visto per arrivare in Italia.
Molto è cambiato da luglio scorso, quando il min. Ferrero nel corso di un'audizione al Senato spiegò che erano "giunte al termine del proprio iter solo qualche centinaio di richieste nominative". Dopo la lunga empasse causata anche dalla trasmissione tardiva e disordinata dei dati da parte delle Poste, gli Sportelli Unici per l'Immigrazione lavorano ormai a pieno regime e alla fine di ottobre avevano concluso l'esame di 100mila domande. Merito forse anche delle procedure più snelle volute recentemente da Amato e Ferrero.
Se le cose rimangono così, al Viminale stimano di finire per marzo-aprile 2007, ma un'ulteriore accelerazione potrebbe arrivare con un'eventuale liberalizzazione delle assunzioni dei romeni a partire dal primo gennaio prossimo. Quasi il 30% delle domande riguarda infatti proprio cittadini romeni, quindi se il governo decidesse di non avvalersi della moratoria scremerebbe sensibilmente il carico di lavoro.
Ingorgo ai consolati
L'emergenza ora si è spostata sui Consolati, passaggio obbligato anche per i lavoratori stranieri che si trovano già irregolarmente in Italia.
A fine ottobre le nostre rappresentanze all'estero avevano rilasciato meno di 10 mila visti d'ingresso per i lavoratori non stagionali richiesti con i flussi 2006. Afflitti da una mancanza cronica di personale, tanto da essere spesso costretti a ricorre a servizi in outsourcing anche solo per fissare gli appuntamenti, gli uffici non riescono a far fronte alla richiesta e questo ingorgo vanifica ogni progresso fatto finora nell'esame delle domande in Italia.
Si sta studiando un modo per accelerare le procedure, soprattutto grazie all'informatica, ma è chiaro che senza un intervento strutturale in termini di uomini e mezzi non si riuscirà a risolvere la situazione. Allo stato attuale, l'idea di trasformare la rete consolare in una sorte di ufficio di collocamento all'estero delineata dalla riforma messa in cantiere dal governo fa addirittura sorridere...
Buone speranze per i ritardatari
Tornando in Italia, va notato che circa il 20% delle domande passate al vaglio dagli Sportelli unici non si sono trasformate in un'autorizzazione al lavoro.
La casistica è varia: dai datori di lavoro che non avevano i requisiti previsti dalla legge a quelli che hanno chiesto l'ingresso di cittadini stranieri colpiti in passato da un'espulsione che impedisce loro di tornare in Italia. E non mancano i casi di famiglie o aziende che dopo tanti mesi di attesa erano stanchi di aspettare o non avevano più bisogno del lavoratore, e hanno quindi fatto sapere che non volevano più portare a termine l'assunzione.
Considerato che tra il primo decreto e quello che sta per arrivare in gazzetta Ufficiale ci sono quasi mezzo milione di ingressi in palio, continuando di questo passo il governo rischia di trovarsene quasi 100mila non assegnati. Che ne farà? "Credo che dovrà ridistribuirle tra quelli che hanno presentato domanda dopo il 21 luglio, cioè oltre la deadline prevista dal decreto-bis" dice l'avvocato Mascia Salvatore, che spiega: "fino ad oggi le quote avanzate sono state sempre distribuite proprio ai datori di lavoro che avevano presentato domanda, ma inizialmente non erano riusciti a rientrare nella prima graduatoria utile".
Una possibilità nella quale sembrano sperare in molti, se è vero che dal 21 luglio a fine ottobre sono state presentate 25mila domande…