Europa, visti più facili per i balcanici
di Irida Cami
I ministri degli esteri dei 25 paesi Ue, riuniti il 13 novembre a Bruxelles, hanno deciso di facilitare le procedure di rilascio dei visti per i cittadini dell'Albania, Bosnia Erzegovina, Macedonia, Serbia e Montenegro. I negoziati con i singoli paesi inizieranno subito al fine di incentivare il contatto tra gli abitanti dei Balcani occidentali e quelli europei. Da tempo il vicepresidente europeo per la Giustizia, libertà e sicurezza, Franco Frattini, aveva ammesso la pressione esercitata in tal senso dai governi dei Paesi balcanici. "Non c'è un incontro nel quale non mi chiedano di facilitare il rilascio dei visti per i loro cittadini" aveva dichiarato Frattini. E ora, forse anche grazie a quelle pressioni, i cittadini residenti nei Balcani occidentali potranno viaggiare più facilmente verso i paesi dell'area Schengen. In particolare saranno agevolati gli studenti, i ricercatori e gli scienziati, i giornalisti e i commercianti.
Fonti Ue specificano che le nuove regole per la facilitazione nel rilascio dei visti non equivalgono alla loro liberalizzazione. Per poter entrare in uno dei paesi Schengen i cittadini dei Balcani occidentali dovranno comunque dimostrare il motivo del viaggio. Lo scopo del nuovo provvedimento è quello di snellire le file davanti alle ambasciate e ai consolati dei paesi europei, ma ancora non è chiaro se i visti per il turismo, ad esempio, godranno delle stesse procedure facilitate.
Durante la riunione dei capi delle diplomazie europee sono stati completati gli accordi di riammissione con i paesi balcanici, obbligati ad accogliere i propri cittadini che vivono clandestinamente in uno dei paesi Ue. Si attende ora la definizione dell'iter e degli impegni che i paesi dei Balcani occidentali si devono assumere per poter rispettare questi accordi di riammissione. Franco Frattini e il commissario per l'allargamento Olli Rehn hanno dichiarato che la volontà europea di facilitare le procedure del rilascio dei visti è una prova tangibile che l'Ue considera questi paesi futuri membri.