Gli immigrati tornano a farsi sentire
Ieri in piazza a Caserta, con gli «auguri» di Bertinotti e il Viminale mobilitato. Oggi corteo nazionale a Roma
Ci. Gu.
Un corteo che ha portato in piazza almeno tremila immigrati, come spesso accade in quel pezzo d'Italia - il casertano - diventata quasi una provincia africana. E di cui spesso si parla solo in negativo, come patria del lavoro nero e dello sfruttamento, ma che è anche una terra di rivendicazione dei diritti: tant'è che è da qui che è partita la prima mobilitazione antirazzista dell'era del secondo governo di centrosinistra, giudicato troppo tiepido (se non immobile) nel riparare ai danni causati dalla legge Bossi-Fini. Oggi, alle 15, l'appuntamento è invece a Roma per una manifestazione nazionale che partirà da piazza della Repubblica.
Per il corteo di ieri a Caserta, gli immigrati e il centro sociale ex Canapificio avevano anche incassato una lettera di augurio del presidente della Camera Fausto Bertinotti: «La società civile del nostro paese ha saputo farsi promotrice di straordinarie esperienze di apertura e dialogo tra popoli e culture - si legge nel messaggio inviato da Bertinotti - per affrontare aspetti anche più dolorosi e inumani come lo sfruttamento dei lavoratori». «L'istituzione e la politica devono dare risposte nuove», continua la lettera, che si conclude con «l'auspicio per il miglior svolgimento della manifestazione». Ed è tanto vero che che nell'epicentro del caporalato è anche possibile diventare un faro di rivendicazioni politiche «straordinarie», che al corteo - autorganizzato - sono arrivati due-trecento immigrati dalla Sicilia, dalle altre province napoletane, e dalla Lombardia.
Una piazza caldissima, che si è mossa su una piattaforma articolata su due livelli: da un lato la richiesta di una riforma vera e l'abrogazione della Bossi-Fini, dall'altro dodici punti di «vertenze» risolvibili, in attesa di una riforma vera e propria, con decreti e circolari. Tra le altre cose si chiedeva la sospensione dell'espulsione per i richiedenti asilo che hanno ricevuto un diniego ma che intendono produrre un ricorso (come d'altronde è stabilito da una direttiva europea), o l'annullamento dell'obbligo di rientrare nei paesi di origine per gli immigrati che hanno fatto richiesta del decreto flussi. La piattaforma è stata firmata, tra gli altri, anche da padre Alex Zanotelli, dal vescovo di Caserta Raffaele Nogaro (che ieri erano in piazza), dall'attore Leo Gullotta, dal Dipartimento nazionale immigrazione del Prc.
Dopo il corteo, i tremila immigrati si sono radunati sotto la Prefettura, e hanno ottenuto l'ingresso di una delegazione. L'intenzione iniziale era di rimanere in piazza per una settimana intera, ma dall'incontro con il prefetto è scaturita una mediazione: il 12 dicembre il sottosegretario all'Interno Marcella Lucidi arriverà a Caserta per prendere parte a un «tavolo tecnico» che discuterà i dodici punti proposti dal movimento casertano. Solo dopo una lunghissima assemblea si è deciso di smobilitare, per riconvocarsi il 12 dicembre sotto la Prefettura.
Un buon inizio per un movimento antirazzista che stenta a decollare, un po' impacciato di fronte a un governo che ha fatto molte promesse, continua a proporre discussioni, ma si muove con lentezza sul piano delle riforme. Oggi ci riprova Roma, con una manifestazione interamente organizzata dagli immigrati, fuori dalle relazioni con partiti e sindacati, ad eccezi