Non una prigione, ma (quasi) una casa vera. È la prima struttura in Italia per la custodia attenuata di madri detenute con figli da 0 a 3 anni, promossa dalla Provincia di Milano e consegnata oggi.
Con una sottoscrizione di intenti che si è svolta nel marzo scorso, Palazzo Isimbardi si era impegnato a mettere a disposizione una sede debitamente ristrutturata ed allestita entro fine anno. La promessa è stata mantenuta e a partire da gennaio, negli oltre 450mq di via Macedonio Melloni 51/C potranno vivere dalle 10 alle 12 mamme con i loro bambini, assistite da operatori penitenziari, educatori e volontari.
"Oggi è una gran bella giornata -commenta con entusiasmo Francesca Corso, assessore provinciale all’Integrazione sociale per le persone in carcere o ristrette nelle libertà-. Abbiamo consegnato la struttura al Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria, alla presenza del sottosegretario alla Giustizia Luigi Manconi (dei Ds; ndr), del nuovo responsabile del Dap Ferrero, del sindaco Letizia Moratti e del presidente della Provincia Filippo Penati. Da oggi tiriamo fuori i bambini dalla galera e mettiamo fine a questo oltraggio perpetrato dagli adulti - prosegue l’assessore-. Anche una delegazione proveniente dalla Turchia, dove vige la pena capitale, quando hanno visto che tenevamo i bambini in carcere si sono chiesti come potevamo essere così incivili". Nella struttura di via Melloni, rinnovata con una spesa di 200mila euro, si cercherà di creare una situazione di benessere: "Al mattino i bambini non saranno più svegliati dal rumore delle chiavi e frequenteranno strutture territoriali. Non ci saranno agenti in divisa né infermieri o camici bianchi, ma soltanto una casa con tante persone -dice Corso-: è stata avviata una grande esperienza di liberazione, che la Provincia di Milano ha voluto realizzare. È il primo esempio di questo tipo in Italia, e ritegno uno dei pochi a livello europeo".
Oltre a camere confortevoli e luminose, ci sono un’infermeria, una ludoteca, una biblioteca, un’aula formativa per le donne, una cucina attrezzata e un soggiorno, così da consentire il rispetto delle diversità culturali e alimentari. La sorveglianza verrà garantita da agenti della polizia penitenziaria adeguatamente formati e sensibilizzati, che opereranno senza divisa. I Nidi comunali del quartiere accoglieranno i bambini, accompagnati da figure educative debitamente formate, per offrire tutti gli stimoli educativi e le esperienze di crescita per uno sviluppo armonioso e senza traumi. Anche alle madri verranno offerti strumenti per la propria formazione, istruzione e per un futuro inserimento lavorativo, grazie all’affiancamento di operatori qualificati. La rinnovata struttura sarà operativa da gennaio: "Dobbiamo ancora reperire qualche educatore", conclude l’assessore Corso.