La proposta di legge in discussione alla Camera vuole porre rimedio a questa duplice lacuna che il nostro paese si porta dietro da molti anni. Sono passati 10 anni da quando in un Convegno a Padova noi di Antigone proponevamo una riflessione sul Prison Ombudsman.Nel frattempo la destra ha vinto le elezioni, è arrivato a via Arenula il ministro leghista Castelli, c’è stata la mattanza di Genova nel 2001, le carceri sono cadute nell’oblio, Castelli è tornato in Padania, l’Unione ha inserito nel suo programma la nascita del Garante delle persone detenute, c’è stato l’indulto, le carceri sono tornate nella legalità numerica.In questi 10 anni abbiamo pubblicato ben quattro rapporti sulle condizioni di detenzione. Siamo stati definiti nel 2002 anarco - insurrezionalisti. Abbiamo visitato tutte le carceri italiane. Abbiamo potuto constatare che la magistratura di sorveglianza non esercitava più il proprio ruolo di controllore della legalità interna. Abbiamo potuto verificare che era - ed è - necessario trovare forme innovative di tutela dei diritti nei contesti di reclusione.L’autorità di garanzia prevista nella proposta di legge, se dovesse essere istituita, avrebbe il compito di monitorare il rispetto dei diritti umani negli istituti penitenziari, negli ospedali psichiatrici giudiziari, negli istituti penali, nei centri per minori, negli enti convenzionati con il Ministero della giustizia che ospitano persone sottoposte a misure alternative alla detenzione, nelle camere di sicurezza presso caserme dei carabinieri e della guardia di finanza, nei commissariati di pubblica sicurezza e nei centri di permanenza temporanea e assistenza per stranieri. In tutti questi luoghi, la Commissione avrebbe accesso senza obbligo di preavviso né restrizioni. In caso di inadempienza da parte delle amministrazioni interessate da sue raccomandazioni, il Garante potrebbe rivolgersi, a seconda dei casi, alla magistratura di sorveglianza, al questore o al comandante provinciale dei Carabinieri, al comandante provinciale della Guardia di finanza, all’autorità giudiziaria competente.Si tratta di una legge dal grande significato simbolico che va di pari passo con un’altra proposta di legge - già approvata dalla Camera e in discussione ora a Palazzo Madama - che riguarda l’introduzione nel codice penale del reato di tortura. La legislatura 2001-2006 iniziò con i fatti di Genova. In questa legislatura c’è il dovere di porre rimedio al disastro culturale posto in essere dalle destre al governo, c’è la necessità di dare un messaggio al paese: i diritti umani sono universali e come tali vanno tutelati.