Entro l'anno un "pacchetto" sull'asilo
Amato: "Un ddl accompagnerà l'attuazione delle direttive Ue". Il Cir: "Dovrà equivalere ad una legge organica"
ROMA - Entro un anno anche l'Italia avrà una normativa automa sul diritto d'asilo, grazie all'attuazione di due direttive europee e a un disegno di legge ad hoc.
È lo scenario delineato venerdì scorso durante un incontro tra Savino Pezzotta e Christopher Hein, Presidente e Direttore del Consiglio Italiano per i Rifugiati, il Ministro dell'Interno Giuliano Amato e la Sottosegretaria Marcella Lucidi.
"Amato - spiega il Cir - ha detto di condividere la necessità di arrivare in tempi brevi ad una legge organica sul diritto d'asilo, sottolineando che comunque il governo dovrà entro quest'anno rispondere agli obblighi comunitari e quindi attuare due importanti direttive UE in materia, per le quali esiste già una delega del Parlamento: una sulle qualifiche di rifugiato e la protezione umanitaria e l'altra sulle procedure d'asilo".
Ci sono però temi connessi alla situazione dei rifugiati non contemplati in quelle direttive. Di qui la proposta del Cir, accolta da Amato, di affrontare la questione dell'arrivo dei rifugiati e richiedenti asilo in Italia e di contemplare delle misure volte ad escludere il respingimento di rifugiati. Queste materie saranno quindi regolate attraverso un disegno di legge che accompagnerà i decreti di attuazione delle direttive. "L'insieme di questo 'pacchetto' - commenta il Cir - dovrà equivalere ad una legge organica e dovrà finalmente permettere all'Italia di presentarsi anche in sede europea con una normativa specifica e finalmente completa sui rifugiati".
A fine novembre il Cir ha presentato
una proposta di legge organica che definisce il campo di applicazione dell'asilo politico, identificando autori, vittime e situazioni concrete in cui vengono negati i diritti fondamentali e prevede protezione temporanea anche per gli sfollati, che sono scappati a guerre e violenze. Il testo illustra una procedura univoca per l'esame delle domande d'asilo ed esclude qualsiasi forma di trattenimento dei richiedenti che verrebbero accolti in strutture aperte affidate a Comuni.