Ferrero: "Ne servono 300mila l'anno"
Intervento all'Assemblea parlamentare euro-mediterranea. "Almeno sei mesi per la riforma dell'immigrazione"
ROMA - L'Italia ha bisogno di 250-300 mila lavoratori immigrati l'anno "per mantenere il livello di produzione e di qualità dei servizi", una necessità dovuta al ridotto tasso di natalità.
Lo ha spiegato ieri il ministro della solidarietà sociale Paolo Ferrero intervenendo all'Assemblea parlamentare euro-mediterranea. I flussi migratori erano infatti uno dei punti all'ordine del giorno dell'APEM, che riunisce i parlamentari dei paesi dell'Unione europea e della sponda sud del Mediterraneo.
Il ministro ha ribadito alle delegazioni straniere che il governo sta lavorando alla riforma della legge sull'immigrazione. Le principale modifiche mirano soprattutto a rendere legale l'incontro fra domanda ed offerta di lavoro e far sì che "l' immigrazione non sia un incidente di percorso ma un fatto strutturale".
Fra le novità anticipate ci sono la chiamata diretta, i permessi di formazione in loco, lo sponsor e l'autosponsorizzazione e le liste di collocamento all'estero. Si vuole inoltre raddoppiare la durata dei permessi di soggiorno, istituire un fondo per i minori non accompagnati, e concedere l'elettorato attivo e passivo agli immigrati. A quanto pare, non è stato invece ancora sciolto il nodo Cpt, riguardo al quale, ha ammesso Ferrero, il governo "sta ancora limando" il testo.
I tempi, comunque, non saranno brevi, come ha confermato lo stesso Ferrero sabato scorso a Napoli, a margine di un convegno promosso dal Comitato Immigrati. "Dobbiamo rimettere in piedi il governo ed approvare il disegno di legge che abbiamo predisposto, poi ci sarà l'iter parlamentare, ci vorranno quindi almeno sei mesi" ha spiegato il ministro.