10 agenti di polizia penitenziaria del carcere di Ranza a San Gimignano sono stati condannati per tortura e lesioni aggravate in concorso. Per loro una pena che va dai 2 anni e 3 mesi ai 2 anni e 8 mesi.
"E' la seconda volta in poche settimane (il primo caso riguardava un agente in servizio nel carcere di Ferrara) che i giudici applicano la legge per la quale Antigone ha combattuto vent'anni per ottenerla e che, dal 2017, punisce questo crimine contro l'umanità", dichiara Patrizio Gonnella, presidente di Antigone.
L'episodio oggetto delle indagini e del processo si è tenuto nell'ottobre 2018 nel carcere toscano. 5 agenti penitenziari erano stati rinviati a giudizio lo scorso mese di novembre e per loro si aspetta il rito ordinario in un procedimento nel quale Antigone è costituita parte civile. Durante quella stessa udienza era stato giudicato, con rito abbreviato, un medico del carcere, condannato a 4 mesi di reclusione per rifiuto di atti d'ufficio, per non aver visitato e refertato la vittima.
"Ricordiamo l'ex Ministro dell'Interno Matteo Salvini in visita fuori dal carcere di San Gimignano per portare solidarietà agli agenti della polizia penitenziaria all'epoca indagati. Chiediamo oggi, alla luce di queste condanne, che Salvini chieda scusa alle vittime e alla giustizia italiana" conclude Gonnella.
Il prossimo 18 febbraio la nostra associazione compie 30 anni. Avremmo voluto festeggiare questo anniversario insieme alle persone che in questi tre decenni hanno attraversato e incrociato la nostra strada. Purtroppo la pandemia in corso ci impedirà di farlo come avremmo voluto, di persona. Tuttavia ci teniamo a non perdere l'occasione di stare insieme.
Per questo, abbiamo deciso di spostarci su Zoom, per un grande brindisi collettivo ad Antigone. Saremo felici di avere con noi le persone che hanno accompagnato dall’interno il percorso della nostra associazione, ma anche le tante persone che ci hanno seguiti da fuori e che negli anni hanno apprezzato la voce di Antigone.
Una carrellata di voci, una carrellata di bicchieri alzati dietro gli schermi. Vi invitiamo a iscrivervi e, se lo vorrete, a proporre il vostro brindisi. “Io brindo ad Antigone perché tutela i più deboli”, “io brindo ad Antigone perché rende le carceri più trasparenti”, “io brindo ad Antigone perché....”: sarà bello ascoltare dalla voce degli amici le cose importanti che Antigone ha saputo lasciare in questi 30 anni. A tutti coloro che si iscriveranno a proporre un brindisi sarà data la parola a turno dal moderatore con chiamata nominale. Vi preghiamo di proporre brindisi di pochi secondi al fine di lasciare a tutti lo spazio per brindare.
I primi tre brindisi saranno riservati ai tre presidenti che hanno accompagnato l'Associazione in questi, primi, 30 anni: Mauro Palma, Stefano Anastasia e Patrizio Gonnella.
Per partecipare è necessario registrarsi tramite questo form.
I focolai interni alle carceri italiane si sono andati moltiplicando durante questa seconda ondata di Covid-19. Secondo i dati forniti dall’Amministrazione Penitenziaria, al 16 gennaio 2021 si contano tra gli altri 109 detenuti positivi al virus nel carcere di Milano Bollate, 59 a Milano San Vittore, 54 a Roma Rebibbia NC, 35 a Roma Regina Coeli, 53 a Sulmona, 40 a Napoli Secondigliano, 40 a Palermo, 29 a Lanciano. Al totale di 718 detenuti positivi, in crescita dall’inizio del 2021, vanno aggiunti i 701 operatori penitenziari che hanno contratto il Covid-19.
Se guardiamo a cosa sta accadendo oltreoceano, vediamo che l’American Medical Association ha chiesto che i detenuti vengano inseriti tra le categorie che devono ricevere il vaccino in via prioritaria. Anche in Canada alcune centinaia di detenuti ristretti nelle carceri federali sono stati tra i primi destinatari del vaccino anti Covid-19. Sentimenti di odio, risentimento, paura non devono giocare alcun ruolo in una tale decisione.
Il carcere è di per sé un luogo capace di acuire i rischi per la salute. Numerosi studi mostrano come i detenuti costituiscano uno dei gruppi sociali maggiormente a rischio in relazione alla sfera sanitaria e all’attuale pandemia.
I motivi scientifici per inserire le persone detenute tra le categorie prioritarie in relazione al vaccino non mancano. A questi si affiancano motivi etici di primaria importanza per una democrazia avanzata che voglia vedere nella pena uno strumento non di mera afflizione bensì di riconduzione della persona all’interno del tessuto sociale.
A partire dallo scorso marzo i detenuti sono stati costretti a vivere in uno stato di isolamento che si è andato a sommare a quello di per sé prodotto dalla carcerazione. Paura e solitudine hanno reso la pena più gravosa e afflittiva di quanto fosse mai stata dalla nascita della Repubblica.
Il focolaio delle carceri. Il carcere è un luogo dove purtroppo si vive affollati, dove è complicatissimo mantenere le distanze, dove le condizioni igienico-sanitarie non sono sempre ottimali. La galera, in quanto focolaio tipico, determina la sottrazione di energie mediche ai bisogni della comunità libera
di Patrizio Gonnella su il manifesto del 17 gennaio 2021
L’American Medical Association ha raccomandato le autorità statunitensi di inserire i detenuti tra le categorie da vaccinare prioritariamente. Negli Usa i diciannove focolai più consistenti sono avvenuti in altrettante prigioni. Le cattive condizioni di vita e il sovraffollamento hanno aggravato il problema. Il Comitato consultivo del Centers for Disease Control and Disease Prevention ha sostanzialmente lasciato ai governi statali la possibilità di vaccinare i detenuti tra i primi gruppi sociali.
Il Governatore democratico del New Jersey Phil Murphy, poco preoccupato della reazione isterica dei repubblicani di Trump, ha autorizzato la vaccinazione dei detenuti. Ha seguito le indicazioni della scienza e del buon senso, senza farsi dettare le priorità dal circolo vizioso mediatico-politico che si era schierato contro di lui.
È partito dalla South Woods State Prison di Bridgeton, la più grande struttura penitenziaria dello Stato. Decine di migliaia di detenuti nel Massachusettes sono stati tra i primi a essere vaccinati nello Stato contro il coronavirus. Anche i prigionieri di Connecticut, Delaware, Maryland, Nebraska e New Mexico sono stati inseriti nella prima fascia. In Canada alcune centinaia di detenuti ristretti nelle carceri federali hanno cominciato a ricevere i vaccini Covid-19 nell’ambito di un progetto pilota.
"Quella di oggi per i fatti relativi alle violenze avvenute nei confronti di un detenuto nel carcere di Ferrara è la prima condanna di un funzionario pubblico per il delitto di tortura, introdotto nel codice penale italiano nel 2017.
Non si gioisce mai per una condanna e non gioiamo neanche in questo caso, ma affermiamo comunque che la decisione di oggi ha un sapore storico. La tortura è un crimine orrendo, inaccettabile in un Paese democratico. La condanna, seppur in primo grado, mostra come la giustizia italiana sia rispettosa dei più indifesi. Si tratta di una sentenza che segnala come nessuno è superiore davanti alla legge. La legge vale per tutti, cittadini con o senza la divisa. E' questo un principio delle democrazie contemporanee.
Fortunatamete ora esiste una legge che proibisce la tortura. In passato fatti del genere cadevano nell'oblio. E' importante che tutti gli agenti di Polizia penitenziaria si sentano protetti da una decisione del genere, che colpisce solo coloro che non rispettano la legge.
Antigone ha a lungo combattuto per avere questa legge, con l'ultima campagna "Chiamiamola tortura" avevamo raccolto oltre 55.000 firme a sostegno di questa richiesta. Ora possiamo dirlo, la tortura in Italia esiste, purtroppo viene praticata, ma ora viene anche punita". Queste le dichiarazioni di Patrizio Gonnella, presidente di Antigone.