Durante la riunione del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, avvenuta fra il 7 e il 9 giugno 2021, si è discusso di ergastolo ostativo a partire dal caso Viola per il quale l'Italia era stata già condannata. Il Comitato dei Ministri è incaricato di supervisionare l’esecuzione delle sentenze della Corte EDU. Dunque dopo la recente sentenza della Corte Costituzionale, il Consiglio d'Europa torna sul tema. Il Comitato dei Ministri ha ribadito che sono necessarie misure legislative che diano ai tribunali la possibilità di rivedere la condanna all’ergastolo alla luce di una valutazione globale del percorso di risocializzazione anche in assenza di collaborazione con la giustizia.
Il Comitato dei Ministri ha commentato con soddisfazione la decisione della Corte Costituzionale italiana che ha sollecitato il legislatore a superare l’attuale automatismo ostativo che subordina l’accesso alla liberazione condizionale alla mera collaborazione con l’autorità giudiziaria. Ha inoltre sottolineato che l’Italia deve urgentemente porre fine alla violazione del diritto del ricorrente (Viola), la cui richiesta di accesso alla liberazione condizionale non può ancora essere esaminata da un tribunale in assenza di collaborazione con la giustizia, e ha invitato le autorità italiane ad adottare senza ulteriori ritardi le misure legislative necessarie a garantire che non si verifichino ulteriori violazioni dell’articolo 3 della CEDU.
Ovviamente, come ribadito dal Comitato dei Ministri, la possibilità per il detenuto di chiedere la liberazione condizionale non necessariamente comporta l'accoglimento della stessa e la sua scarcerazione qualora l’autorità giudiziaria ritenga che il detenuto non abbia adeguatamente partecipato all'opera di rieducazione.
"Riteniamo importante quanto sottolineato dal Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa e ci auguriamo che il Parlamento si impegni, entro l'anno previsto dalla Corte costituzionale, nell'approvare una legge che tenga conto della giurisprudenza italiana ed europea. L'ergastolo senza speranza è in contrasto con i principi costituzionali e convenzionali" sottolinea Patrizio Gonnella, presidente di Antigone.