Anche la Corte Costituzionale si pronuncia contro l'ergastolo ostativo. Il giudizio arriva a due settimane di distanza dalla sentenza della Grande Chambre della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo che aveva definito inumana e degradante una pena che non prevedesse una possibilità di rilascio. Oggi i giudici della Consulta hanno ribadito questo principio, sostenendo l’illegittimità costituzionale dell’articolo 4 bis, comma 1 dell’Ordinamento penitenziario, laddove preveda la concessione di permessi premio solo in caso di collaborazione con la giustizia, escludendo di fatto altri elementi quali la reale partecipazione ancora in essere con l’associazione criminale e il pericolo del ripristino di collegamenti con la criminalità organizzata, ciò quando il condannato abbia dato piena prova di partecipazione al percorso rieducativo.
di Patrizio Gonnella, su il manifesto del 18 ottobre 2019
Chi ha a cuore lo Stato di diritto non può che essere un garantista. Il garantismo è una forma di protezione dei cittadini dagli abusi di potere delle istituzioni, ivi comprese quelle giudiziarie. Dunque essere garantisti significa credere nella presunzione di innocenza.
Significa credere nella terzietà del giudice e nell’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge. Gli anni berlusconiani sono stati contrassegnati da una distorta nozione di garantismo. La legge Cirielli fu un manifesto del garantismo ai tempi di Berlusconi: prescrizione breve e previsione di garanzie processuali per alcuni (i colletti bianchi), prescrizione lunga e perdita di garanzie per tutti gli altri (tossicodipendenti, autori di piccoli reati di strada, immigrati, ossia i cosiddetti recidivi).
Dopo San Gimignano e Monza, nell'arco di pochi giorni emergere quello che sarebbe un nuovo caso di presunte violenze contro detenuti ad opera di operatori della Polizia Penitenziaria. Stavolta i fatti si riferiscono al carcere di Torino (ne raccontavamo la condizione in questo video), dove sei agenti sono stati arrestati con l'accusa di tortura.
"Nei casi come questo di Torino non resta che augurarsi che si faccia al più presto chiarezza su quanto avvenuto" dichiara Patrizio Gonnella, presidente di Antigone.
"Quello che è certo - dice Gonnella - è che avevamo più volte segnalato negli scorsi mesi come il clima all'interno delle carceri stesse andando peggiorando. Come cattivi maestri al potere stessero esacerbando il linguaggio, rendendo comprensivo, se non addirittura benevolo, quell’uso e abuso di una violenza “illegale”, “arbitraria” e “rapsodica”, con il rischio che questa possa venire percepita come parte della pena stessa, nella certezza interiore dell’impunità. Un uso del linguaggio riscontrabile anche su blog informativi della polizia, con detenuti appellati come "bastardi" o nella migliore dell’ipotesi camosci, riproponendo uno slang carcerario antico, offensivo e violento" sottolinea il presidente di Antigone.
"Dopo la notizia delle presunte violenze nel carcere di San Gimignano, il senatore ed ex ministro Matteo Salvini si era recato fuori dal carcere per portare solidarietà agli agenti indagati. Avevamo sottolineato come questo fosse un tragico errore proprio per il messaggio di tolleranza e comprensione verso chi è indagato per quello che è un crimine contro l'umanità, utilizzato in molti regimi autoritari e che le democrazie avanzate devono impegnarsi a combattere", sottolinea Patrizio Gonnella che aggiunge "non è certamente così che si fa un favore ai tanti operatori che svolgono il proprio lavoro nel rispetto del dettato costituzionale".
Sono quasi 600.000 i detenuti nelle carceri dell'Unione Europea. Le donne sono il 5% del totale, mentre gli stranieri un quinto di tutti i detenuti. I paesi con il maggior numero di detenuti in numeri assoluti sono Regno Unito, Polonia, Francia, Spagna, Germania e Italia. Il tasso medio di carcerazione ogni 100.000 è del 118,5 e i paesi con i tassi più alti (fra il 173 e il 234,9) sono soprattutto i paesi dell’est Europa: Lituania, Estonia, Lettonia e Slovacchia. L’Italia è intorno a 100 Il tasso di affollamento nella regione dell’Unione Europea non raggiunge il 100%, il che significa che nel complesso il sistema penitenziario Europa non raggiunge la sua massima capacità, ma le situazioni fra gli stati variano considerevolmente. In particolare i sovraffollati sono Francia, Italia, Ungheria e Romania con tassi fra il 115% e 120%. È importante sottolineare che le capacità dei sistemi penitenziari non sono calcolate tenendo conto degli stessi parametri e in alcuni paesi i metri quadrati considerati sono di più che in altri. Pertanto una perfetta comparazione non è possibile.
Questi sono alcuni dei dati riportati nel rapporto sulle carceri europee presentato lunedì scorso a Roma e curato da Antigone e dallo European Prison Observatory (e che si può leggere qui in inglese e qui in italiano).
“Antigone e la Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili sono sconcertate per la sentenza della Corte suprema spagnola che condanna ad oltre 100 anni di carcere gli esponenti della politica e della società civile catalana, sotto processo per il referendum indipendentista del primo ottobre 2017”. A dirlo sono Patrizio Gonnella (Presidente di Antigone) e Arturo Salerni (Presidente di CILD).
Entrambe le associazioni hanno fatto parte dell’International Trial Watch, osservatorio indipendente di monitoraggio del processo, partecipando ad alcune delle udienze tenutesi presso il Tribunal Supremo di Madrid.