Questa mattina Antigone avrebbe dovuto essere audita alla Camera dei Deputati, dalle commissioni riunite Affari Costituzionali e Giustizia, in riferimento al decreto sicurezza bis. Sono infatti molte le norme presenti nel decreto che riteniamo criticabili se non addirittura illegittime. In particolare ci saremmo soffermati sulle norme in materia penale che prevedono ingiustificate ulteriori strette repressive. Tuttavia, appreso dell'esclusione di Sea Watch dalle audizioni, insieme alle altre associazioni che sarebbero dovute intervenire, abbiamo deciso di rinunciare comunicandolo al presidente della Camera e ai presidenti delle commissioni parlamentari.
Riteniamo infatti che a nessuno vada tolta la parola. Noi crediamo nella libertà di opinione ed è inaccettabile che sia sottratta tale possibilità proprio nel Parlamento, dove tutti dovrebbero averne diritto, se sollecitata da forze politiche di maggioranza o opposizione, come era in questo caso. Negare l'intervento ai rappresentanti di Sea Watch è volontà di negazione del dibattito politico. Dunque anche noi abbiamo deciso di spiegare le ragioni del nostro dissenso altrove e non in Commissione. Lo scontro di questi giorni fra l'Ong e il governo avrebbe potuto avere in Parlamento uno spazio democratico di confronto.
Ricordiamo infine che Antigone aveva scritto un mese fa una lettera aperta al premier Giuseppe Conte sulle criticità del decreto sicurezza bis. Chi ha elaborato il decreto ha costruito artificiosamente la bolla dell'emergenza sicurezza. E lo ha fatto in un decreto che parla anche di Universiadi. Dunque una somma di norme emergenziali evidentemente scollegate tra loro e di conseguenza illegittime in base alla giurisprudenza della Corte costituzionale che richiede la omogeneità delle norme presenti nel decreti-legge.