"Il rigetto del ricorso dell'Italia da parte della Grande Chambre della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, fa si che la decisione presa dai giudici della stessa Corte di Strasburgo lo scorso giugno, in merito all'ergastolo ostativo, sia definitiva. D'altronde già in altri casi e per altri paesi la Corte aveva sostenuto, legittimamente, che l'ergastolo senza prospettiva di rilascio violasse l'articolo 3 della Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti umani, nella parte in cui proibisce i trattamenti crudeli, inumani e degradanti". A dirlo è Patrizio Gonnella, presidente di Antigone e firmatario di un amicus curie a sostegno del ricorso presentato, contro l'ergastolo ostativo, dal Prof. Davide Galliani dell'Università di Milano. "Viene così restituita finalmente ai giudici la possibilità di una valutazione discrezionale, cancellando quell'automatismo che trasformava questo tipo di ergastolo in una pena senza alcuna speranza di reintegrazione sociale, come invece la Costituzione impone".
I detenuti lavoratori, così come i liberi cittadini, hanno diritto a percepire una remunerazione corrispondente alla quantità e alla qualità del lavoro prestato, al riposo settimanale e annuale, ai benefici previdenziali e in generale a un trattamento che deve essere mutuato su quello della società libera. A stabilirlo sono state, nel corso degli anni, diverse sentenze della Corte di Cassazione e della Corte Costituzionale.
Tuttavia, nonostante queste pronunce, l'Inps, con il messaggio n.909 del 5.3.2019, ha instaurato la disdicevole prassi del mancato riconoscimento della Naspi (già indennità di disoccupazione) a detenuti ed ex detenuti che abbiano svolto lavoro alle dipendenze dell'amministrazione penitenziaria per i loro periodi di quiescenza dal lavoro.
Contro questa pronuncia l'associazione Antigone, alcuni garanti regionali (Lazio, Umbria, Emilia Romagna, Toscana) e il Patronato INCA si sono mossi, contestando tale prassi che illegittimamente diniega prestazioni previdenziali e ricorrendo contro le determinazioni negative assunte dall'INPS.
Il prossimo 14 ottobre a Roma, a partire dalle ore 10.00, presso la Sala di Santa Maria in Aquiro del Senato della Repubblica, Antigone e lo European Prison Observatory organizzano un incontro pubblico per affrontare il tema delle carceri europee. Verrà presentato il primo Rapporto sulle carceri in Europa nonché le proposte dello European Prison Observatory da presentare alle istituzioni europee.
In un’epoca in cui il sovraffollamento carcerario investe molti Stati membri, l’assistenza sanitaria e psichiatrica rivolta ai detenuti è troppo spesso inadeguata, le opportunità di lavoro sono carenti e poco qualificate, l’uso della forza da parte del personale penitenziario è stato motivo di preoccupazione in vari Paesi europei, cosa possono fare le istituzioni dell’Unione Europea per garantire condizioni di detenzione rispettose della dignità della persona privata della libertà? Durante l’incontro verranno presentati i risultati di una ricerca condotta dallo European Prison Observatory nell'ambito del progetto "Prison de-radicalization strategies, programmes and risk assessment tools in Europe", realizzato con il sostegno del Programma Giustizia (2014-2020) della Commissione Europa, un tema al quale l’intera Europa ha dedicato una grande attenzione negli ultimi anni.
Lo European Prison Observatory è una rete di associazione ed enti di ricerca europei coordinato da Antigone e sviluppato con il sostegno-del Programma di Giustizia dell'Unione Europea. Questo osservatorio studia, attraverso analisi quantitative e qualitative, la condizione dei sistemi penitenziari nazionali e dei relativi sistemi di alternative alla detenzione, confrontandola con le norme e gli standard internazionali rilevanti per la tutela dei diritti fondamentali dei detenuti. Mette in evidenza le "buone pratiche" esistenti nei diversi paesi, sia per la gestione delle carceri che per la protezione dei diritti fondamentali, e promuove l'adozione degli standard del CPT e degli altri strumenti giuridici internazionali per la gestione delle carceri in Europa.
Nel 2017 lo European Prison Observatory ha avviato un progetto sulla prevenzione ed il contrasto alla radicalizzazione in carcere, e sull'impatto che queste misure possono avere sui diritti fondamentali delle persone detenute.
Per partecipare all'evento è necessario accreditarsi, entro e non oltre le ore 11.00 dell'11 ottobre, mandando una e-mail a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. L'accesso alla sala - con abbigliamento consono e, per gli uomini, obbligo di giacca e cravatta - è consentito fino al raggiungimento della capienza massima; I giornalisti devono accreditarsi secondo le modalità consuete inviando un fax al numero 06.6706.2947.
Di seguito il programma con i partecipanti:
Dopo l'ennesimo suicidio di un ventenne palermitano, avvenuto solo qualche giorno fa, Pino Apprendi e Lucia Borghi, dell'Osservatorio sulle carceri di Antigone, hanno visitato il carcere di Barcellona Pozzo di Gotto, ex ospedale psichiatrico giudiziario.
"Dire ex OPG - evidenziano i due osservatori - è un modo di dire, non solo perché arrivando nei pressi della struttura ancora sono collocati due cartelli bene in vista che indicano che stai arrivando in un OPG, ma perché visitando le celle non hai la sensazione di vedere detenuti dietro le sbarre, ma malati e ti chiedi perché. Perché - proseugono Apprendi e Borghi - dal 2015, quando si decise di chiudere definitivamente gli Opg, non si è fatto nulla, o pochissimo, per evitare questo stato di cose".
Di fatto la Regione non ha mai preso in carico del tutto la struttura di Barcellona, dove prestano servizio tre psichiatri, di cui uno dipendente e due a contratto e tre psicologi e dove all'ottavo reparto ci sono oltre 60 malati.
Preso a calci e pugni sul volto nel carcere di Monza. E' quanto denuncia un detenuto che racconta di essere stato aggredito da alcuni agenti penitenziari il 3 agosto scorso nel corridoio della sezione D del primo piano dell'Istituto, davanti alla cella numero 21. Il racconto che l'uomo fa alla compagna, che lo va a trovare in carcere il 7 agosto è circostanziato. E a dimostrazione del pestaggio ci sono gli occhi lividi, il volto tumefatto e i forti dolori che l'uomo lamenta.
Oggi Antigone, che si batte per i diritti in cella, ha presentato sul caso un esposto alla procura della Repubblica presso il tribunale di Monza perché si appuri la verità dei fatti. Nell'esposto il presidente di Antigone, Patrizio Gonnella, riferisce che il detenuto sostiene gli sia stato fatto firmare un foglio in cui dichiarava di essersi fatto male da solo. ''Il medico che lo ha visitato - è scritto nell'esposto - non ha refertato alcuna lesione". In seguito a questo episodio, al detenuto è stata applicata la sanzione disciplinare dell’isolamento per quindici giorni e, durante questo periodo, è stato visto dalla suora che frequenta il carcere.