"Con la sua presenza odierna fuori dal carcere di San Gimignano speriamo Salvini non si esprima per portare solidarietà agli agenti di polizia penitenziaria accusati di tortura. Qualora lo facesse mostrerebbe uno scarso rispetto per la legge e lo Stato. Sarebbe inaccettabile che un senatore, ex ministro dell'Interno, invii implicitamente un messaggio di tolleranza e comprensione verso chi è indagato per quello che è un crimine contro l'umanità, utilizzato in molti regimi autoritari e che le democrazie avanzate devono impegnarsi a combattere". A dirlo è Patrizio Gonnella, presidente di Antigone.
"Solitamente - aggiunge Gonnella - siamo lieti quando un parlamentare fa visita ad un carcere. Abbiamo anche lanciato una campagna che mira ad includere i Sindaci tra le autorità autorizzate in pianta stabile ad entrare negli istituti di pena. Per sostenere questa proposta abbiamo effettuato, finora, visite congiunte con i primi cittadini di Livorno, Torino, Palermo e Bologna. Calamandrei settanta anni fa scriveva che bisogna aver visto per comprendere cosa significa la privazione della libertà e quale sia la composizione delle nostre carceri. Dunque - sottolinea ancora il presidente di Antigone - è positivo quando i decisori politici decidono di vedere con i loro occhi. Ci auguriamo che Salvini non si fermi alle porte del carcere ma le superi, non facendo l'errore tragico di portare solidarietà a presunti torturatori, ma approfittando del suo potere ispettivo per rendersi conto delle condizioni dei detenuti e delle carceri e di come, in alcuni casi, gli standard minimi di dignità non siano purtroppo rispettati".
"La tortura è un crimine contro l'umanità, sarebbe cosa buona se il Governo, come nel caso Cucchi, si costituisca parte civile in un eventuale processo. Una visita di Salvini senza parole chiare contro la violenza e la tortura potrebbe apparire come una impropria legittimazione" conclude Patrizio Gonnella.
La situazione del carcere di San Gimignano, dove l'osservatorio di Antigone sulle condizioni di detenzione è stato in visita nel mese di aprile, presenta diversi nodi problematici. Innanzitutto il livello di sovraffollamento. Il 31 agosto i detenuti erano 360 per 235 posti regolamentari. Inoltre il regime in vigore al momento della visita era quello delle celle chiuse anche di giorno, un provvedimento che ha comportato l’arrivo da altri istituti di persone con provvedimenti disciplinari, cosa che ha condizionato in negativo il clima detentivo. Infine il mancato collegamento alla rete idrica che, seppure mitigato con l'utilizzo di pozzi sotterranei, rende difficoltoso l'approvvigionamento di acqua durante la stagione estiva.