di Carolina Antonucci
Sabato 14 ottobre è iniziata la stagione calcistica della Polisportiva Atletico Diritti. Anche quest’anno la squadra che mette insieme migranti, ragazzi in esecuzione penale e studenti, creata dalla sinergia delle Associazioni Antigone e Progetto Diritti e sostenuta dal patrocinio dell’Università di Roma Tre, per la quarta stagione consecutiva disputerà il campionato provinciale di Terza Categoria. Alla guida dei ragazzi quest’anno c’è “mister” Franco Protano aiutato dal suo secondo Lorenzo Carcani. L’esordio casalingo di sabato, contro la Real Torres di Torbellamonaca, ha visto uscire sconfitti i padroni di casa per 5 a 0, un punteggio forse troppo severo rispetto a quanto fatto vedere in campo.
"Rispetto alle vicende che hanno riguardato il caso del rinvio a giudizio dell'ex direttore del carcere di Rebibbia e di altre 13 persone, in futuro una nostra campagna riguarderà la richiesta di abrogazione del reato colpa del custode (art. 387 c.p.).
Non conosciamo i fatti che hanno riguardato nello specifico l'episodio del carcere romano di Rebibbia ma temiamo che decisioni di questo genere possano determinare una chiusura all'interno dell'amministrazione, provocando, per paura di ripercussione negative, una riduzione delle attività dirette alla socializzazione dei detenuti.
Se in ogni caso di evasione come in ogni caso di suicidio la soluzione è quella del capro espiatorio non si aiutano quei direttori e quello staff penitenziario che si dimostra più aperto e più disponibile a progetti di reintegrazione sociale".
Lo dichiara Patrizio Gonnella, presidente di Antigone
ROMA (ANSA) - ROMA, 12 OTT - La Corte europea dei diritti umani ha condannato l'Italia per i maltrattamenti subiti da una donna da parte di alcuni agenti della polizia municipale di Benevento. Strasburgo ha stabilito che le indagini sul fatto denunciato da Tiziana Pennino, nell'aprile del 2013, non sono state approfondite e chiuse nell'ottobre 2014 nonostante l'opposizione della donna. Tiziana Pennino, 43 anni, vive a Benevento.
Nel pomeriggio del 2 aprile 2013 viene fermata in auto da una pattuglia della polizia municipale di Benevento che sospetta la donna guidi in stato di ebbrezza. Pennino nella denuncia racconta di essere stata trascinata fuori della sua auto, di essere stata portata alla stazione di polizia comunale dove un ufficiale ha iniziato a redigere un rapporto per guida sotto effetto dell'alcol. Le sarebbe stata negata la possibilità di utilizzare il telefono e quando la donna ha provato a prendere la cornetta un ufficiale presente nella stanza l'avrebbe colpita e le avrebbe torto le braccia dietro la schiena ammanettandola. Alle urla della donna l'ufficiale avrebbe rimosso le manette in modo violento, fratturandole il pollice e causando lesioni ai polsi. La versione degli agenti era stata invece che la Pennisi, ubriaca, si era rifiutata di fare l'alcol test per poi aggredirli sia verbalmente che fisicamente. Rapporti medici di due ospedali, dove la donna si è recata lo stesso giorno dopo aver lasciato la stazione di polizia hanno rilevato la frattura del pollice e lesioni traumatiche su diverse parti del suo corpo. L'inchiesta scaturita dalla denuncia della donna è finita con un non luogo a procedere, decisione confermata dal giudice per le indagini preliminari nell'ottobre dello stesso anno.
Nel 2016, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha chiesto al Segretario Generale di commissionare il Global Study on Children Deprived of Liberty- GSCDI (Studio Globale sui Bambini Privati della Libertà). Il GSCDI rappresenta un'occasione storica per migliorare la vita di milioni di bambini privati della loro libertà e, in generale, un importante strumento per promuovere la protezione dei bambini a livello globale.
I bambini privati della libertà sono esposti a maggiori rischi di abuso, violenza, discriminazione sociale e negazione dei loro diritti civili, politici, economici, sociali e culturali. Il GSCDL farà luce sulle condizioni dei bambini costretti in queste condizioni. In particolare, raccoglierà il maggior numero di dati quantitativi sul numero di bambini privati della libertà (suddivisi per età, sesso, origine etnica, sociale e nazionale, disabilità e altri motivi), identificherà le buone pratiche e formulerà raccomandazioni per l’adozione di misure efficaci per prevenire le violazioni dei diritti umani dei bambini in detenzione e, in generale, per tentare di ridurre il numero di bambini privati della libertà.
“È molto importante che arrivi una indicazione forte dal Parlamento Europeo a fermare le politiche tendenti all’internamento di massa”. Lo dichiara Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, a seguito della risoluzione votata giovedì scorso dai deputati europei.
“È importante - prosegue Gonnella - questo messaggio contro il sovraffollamento che si sostanzia anche nella richiesta di un maggiore investimento in pene e misure alternative alla detenzione”.
Passaggio importante della risoluzione è quello in cui si richiama il rischio che condizioni degradate di detenzione e il sovraffollamento possono avere nel favorire la radicalizzazione. Per contrastarla, sottolinea il documento approvato, è invece necessario adottare una politica fondata sul rispetto dei diritti dei detenuti.