In custodia cautelare in carcere per essere stato trovato con meno di due grammi di cannabis in Ucraina e una richiesta di estradizione verso quel paese. È l’assurda vicenda in cui è incorso un giovane cittadino della Repubblica Ceca attualmente in vacanza in Italia.
Il tutto ha inizio nel settembre del 2013 quando l’uomo stava attraversando il confine ungherese diretto in Ucraina. Fermato è stato trovato con 1,9 grammi di cannabis e denunciato per traffico di droga, condanna per la quale in Ucraina è prevista una pena massima di 10 anni. “Gravità del reato e dell’entità della pena irrogabile” come scritto nella convalida dell’arresto per il quale la custodia cautelare in carcere sembra una “misura idonea a garantire la consegna allo stato richiedente”, ritenendo che “non si prefigurano ragioni plausibili per ritenere che la preannunziata domanda di estradizione dell’arrestato non possa trovare accoglimento”.
COMUNICATO STAMPA - Torna oggi nell'aula del Senato, dopo oltre un anno dall'approvazione alla Camera dei Deputati, il disegno di legge per l'introduzione del reato di tortura nel codice penale.
"La proposta di introduzione del reato di tortura nel nostro codice penale - dichiara Patrizio Gonnella, presidente di Antigone - è di una rilevanza eccezionale e andrebbe a colmare una lacuna gravissima presente nel nostro ordinamento giuridico".
"L'Italia nel lontano 1988 ha preso un impegno con le Nazioni Unite ratificando il Trattato contro la tortura per sanzionare efficacemente i comportamenti costituenti tortura. Da allora - prosegue Gonnella - nulla è accaduto. In Italia non vi è il reato. Siamo divenuti spazio di impunità e luogo di rifugio per chi commette all'estero tale crimine lesivo della dignità umana".
"Chiediamo pertanto ai senatori - conclude il presidente di Antigone - di fare quanto nelle loro facoltà affinché si arrivi nel più breve tempo possibile alla sua approvazione in via definitiva evitando il ping pong parlamentare e dando via libera al testo licenziato dalla Camera dei Deputati nell'aprile 2015 mettendo da parte le modifiche apportate in commissione giustizia del Senato che, oltre ad allontanare l'approvazione definitiva, presentano diverse e significative criticità".
Roma, 06/07/2016
Partiamo da 20x20 è la nuova campagna promossa da Antigone. L'obiettivo è che, entro il 2020, il 20% del bilancio dell'Amministrazione penitenziaria venga speso per il sistema delle misure alternative.
Oggi ci sono oltre 53.000 persone che stanno scontando la propria pena nelle nostre carceri. Nello stesso momento circa 23.000 persone la scontano fuori dal carcere, in misura alternativa, cui si aggiungono le oltre 8.000 che usufruiscono della nuova misura della messa alla prova.
Si tratta di misure che si scontano nella comunità, meno costose e più efficaci del carcere nel promuovere il reinserimento ed evitare la commissione di nuovi reati da parte di chi ha scontato la propria pena.
"La società civile in Russia e in Italia. Scambio di esperienze e possibilità di cooperazione"
6 Luglio 2016, 16:00 -18:00, Via Monti di Pietralata 16, Roma
Invitiamo chi fosse interessato a unirsi a noi per un pomeriggio di networking informale presso la nostra sede il prossimo mercoledì.
ONG italiane e russe condivideranno le loro impressioni sullo stato della società civile nei loro rispettivi paesi si discuterà di eventuali possibilità di cooperazione.
Una rappresentante dello EU-Russia Civil Society Forum (CSF) presenterà le opportunità che il Forum offre in questo campo.
Martedì 5 luglio 2016, alle ore 20.30, presso la Galleria d’Arte Moderna di Torino, via Magenta n. 31, verrà proiettato il documentario “ARCHIVIATO. L’ obbligatorietà dell’azione penale”, con il patrocinio di: Controsservatorio Valsusa; Antigone - per i diritti e le garanzie del sistema penale; A buon diritto - associazione per le libertà; Associazione Nazionale Giuristi Democratici; L'altro diritto - Centro di documentazione su carcere, devianza e marginalità.
Qui il trailer del documentario.
“ARCHIVIATO. L’ obbligatorietà dell’azione penale”
Il video, che ha fruito della collaborazione, tra gli altri, di Elio Germano come voce narrante, nasce dall’esigenza di raccontare uno dei molteplici risvolti giudiziari legati alla lotta popolare valsusina.