Abu Omar/Antigone: il suo caso ci ricorda quanto sia reale la tortura, che in Italia non è ancora punita
“L’Italia consegna persone a paesi dove vengono torturati ma non estrada chi partecipò a sessioni di tortura ai paesi che li vorrebbero giudicare” dichiara Patrizio Gonnella, presidente di Antigone.
Il riferimento è ad un doppio caso che riguarda il nostro Paese. Da una parte quello di Franco Reverberi, sacerdote italoargentino accusato di aver preso parte alle sessioni di torture avvenute durante la dittatura di Videla e per il quale l’Argentina ha chiesto l’estradizione al nostro Paese. Richiesta rifiutata poiché, non essendo l’Italia dotata di un reato che punisca la tortura, non è possibile estradare persone accusate per questa fattispecie.
Dall’altro il caso di Abu Omar, rapito in Italia in un’operazione di ‘extraordinary rendition’ e continuata con il suo trasferimento all’estero dove fu sottoposto a tortura e maltrattamenti. Un caso su cui il nostro paese è stato condannato oggi dalla Corte Europea dei Diritti Umani a risarcire l’Imam con 70mila euro (più 15 mila euro alla moglie per danni morali).
Vittoria! P.I., per ora, non sarà estradato in Albania.
Era l’aprile 2015 quando sollevammo il suo caso. P.I., detenuto presso la casa circondariale di Regina Coeli a Roma, rischiava l’estradizione in Albania dove doveva scontare una pena di quattro anni perché ritenuto colpevole dei reati di traffico di veicoli e falso documentale.
Il suo stato di salute era ed è tuttavia molto grave e l’esecuzione del provvedimento di estradizione avrebbe potuto provocare danni irreversibili. Per tale motivo ci rivolgemmo al Ministro della Giustizia Andrea Orlando e alla Corte d’Appello di Firenze.
P.I. era affetto da numerose e gravi patologie (obesità, insufficienza respiratoria in trattamento con macchina produttrice di ossigeno, ipertensione polmonare secondaria, cardiopatia ipertensiva, ipertensione arteriosa), che lo obbligano a continue visite mediche ed esami, nonché lo costringono a sottoporsi a cure salvavita, tra le quali l’ossigenoterapia domiciliare e l’assunzione continua di farmaci. E’ evidente che il solo viaggio Italia-Albania avrebbe comportato un concreto rischio per la sua incolumità.
Pochi giorni fa P.I. è stato messo agli arresti domiciliari per essere curato in Italia.
E’ questa una vittoria che è l’esito della determinazione del gruppo di studenti e dottorandi del Dipartimento di giurisprudenza dell’Università di Roma Tre che insieme ad Antigone cura uno sportello di informazione presso il carcere romano di Regina Coeli.
Verità e giustizia per Giulio Regeni. È quanto chiederemo il prossimo 25 febbraio, a un mese esatto dal rapimento del ricercatore italiano, con un sit-in promosso dalla Coalizione Italiana Libertà e Diritti civili e Antigone davanti all’ambasciata egiziana a Roma.
Insieme a noi ci saranno anche Erri De Luca e l'artista Lorenzo Terranera.
Al sit-in parteciperà Amnesty International Italia che nei giorni scorsi ha lanciato col quotidiano la Repubblica la campagna “Verità per Giulio” a cui Antigone e la Coalizione Italiana per le Libertà civili hanno aderito.
“Facciamo nostro l’appello di Amnesty International Italia agli enti locali, alle università, ai luoghi di cultura e lo rilanciamo chiedendo che, proprio ad un mese dalla scomparsa del giovane ricercatore, espongano striscioni che chiedano a tutti l’impegno per avere la verità sulla morte di Giulio” dichiara Patrizio Gonnella, presidente di Antigone e CILD. “Come società civile italiana vogliamo mandare un segnale forte al governo egiziano. La morte di Giulio non può rimanere senza risposte” conclude Gonnella.
L’appuntamento è alle ore 14.00 in via Salaria, all’ingresso di Villa Ada.
In occasione della seconda edizione di Canapa Mundi, abbiamo aggiornato e ampliato #YesWeCannabis, il nostro opuscolo contenente strumenti di tutela, storie, approfondimenti e prospettive anti-proibizioniste. Di seguito il sommario.
Introduzione
Premessa
Presentazione della campagna NON ME LA SPACCI GIUSTA: per un’opinione informata
Verso Ungass 2016
Le Faq di NON ME LA SPACCI GIUSTA
Lo statuto dei Cannabis social club: istruzioni per l’uso
Il 18 febbraio 1991 nasceva Antigone. Da 25 anni siamo dalla parte dei diritti e delle garanzie.
"Sono onorato, grato, orgoglioso di essere Presidente di Antigone" dice Patrizio Gonnella. "Da 25 anni lottiamo per una giustizia mite, ragionevole, razionale, umana. Da 25 anni visitiamo le carceri e raccontiamo le iniquità di una giustizia criminale selettiva. Siamo contro la tortura. Siamo per i diritti umani su scala universale. Centinaia di persone ci aiutano. Tanti altri ci sostengono. Non sempre ce la facciamo. Aiutaci a non essere minoranza".
25 anni sono un momento da ricordare. Per farlo abbiamo promosso alcune iniziative.
Abbiamo deciso di farlo con una maglietta in vendita su Worth Wearing. Acquistatela. Indossatela. Fatevi una foto e inviatecela. La pubblicheremo sui nostri account facebook, twitter e instagram.
Inoltre, per chi si iscriverà alla nostra associazione versando le quote da 30 € o 100 €, regaleremo una shopper. Per sapere come iscrivervi, cliccate qui.
Il disegno della maglietta e della shopper è stato realizzato per noi da Mauro Biani.
Mentre il logo per i nostri 25 anni lo ha realizzato Lorenzo Trivelli, studente della Rufa - Rome University of Fine Arts.