Ieri mattina Antigone ha scritto ai Senatori chiedendo che facciano presto ad approvare il disegno di legge per l'introduzione del reato di tortura nel codice penale.
Vi invitiamo a fare altrettanto copiano il testo che trovate di seguito e inviandolo ai componenti della Commissione Giustizia del Senato: http://www.senato.it/leg/17/BGT/Schede/Commissioni/0-00002.htm
Gentile Senatore,
l’Italia ha ratificato la Convenzione Onu contro la tortura nell’oramai lontano 1988. Nonostante gli obblighi cogenti presenti all’interno del Trattato delle Nazioni Unite il nostro Paese non ha ancora il delitto di tortura nel codice penale.
COMUNICATO STAMPA - Un caso di ingiustizia e disumanità dell’attuale legge sulle droghe. “Subito una nuova legge” dichiara Patrizio Gonnella, presidente dell’associazione Antigone.
Lo scorso 13 aprile un giovane romano di 25 anni ha subito una condanna a un anno di carcere per avere coltivato erba per finalità terapeutica.
Orfano di padre all’età di 12 anni si è ritrovato con una madre affetta da gravi patologie (hiv, epilessia farmacorestistente, depressione, cirrosi, altro). Il medico ha prescritto alla mamma derivati cannabinoidi. Lui non è ancora riuscito ad ottenere per vie legali. Così ha deciso di alleviare i dolori della mamma producendola a casa.
Detenuto italiano che vive con la bombola d’ossigeno ed è in gravi condizioni di salute rischia l’estradizione in Albania. Antigone chiede di sospendere l’esecuzione del provvedimento
Paolo Iodice, detenuto presso la casa circondariale di Regina Coeli a Roma, rischia l’estradizione in Albania dove deve scontare una pena di quattro anni perché ritenuto colpevole dei reati di traffico di veicoli e falso documentale. Il suo stato di salute è tuttavia molto grave e l’esecuzione del provvedimento di estradizione potrebbe provocare danni irreversibili. Per tale motivo Antigone ha chiesto alle autorità italiane di sospendere il provvedimento a tutela della sua salute e della sua stessa vita.
Durante la conferenza stampa di presentazione del nostro XI Rapporto sulle condizioni di detenzione è intervenuta anche la figlia del signor Muhammad Iqbal. Alcuni mesi fa, alla soglia dei suoi cinquantasette anni, è stato portato nel carcere romano di Rebibbia per scontare una condanna a oltre nove anni di carcere. Il signor Muhammad è stato condannato per reati riguardanti un traffico internazionale di stupefacenti commessi nel lontano 1996. Iqbal Muhammad è entrato in carcere per scontare una pena a distanza di 19 anni dai fatti. Che valore può mai avere tale pena?
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