"E' il momento che il Parlamento approvi il reato di tortura"
E' la richiesta fatta da Amnesty International, Antigone, Arci, Cild e Cittadinanzattiva durante la conferenza tenutasi oggi.
Si è tenuta stamattina la conferenza stampa nell'ambito dell'iniziativa "In silenzio contro la tortura", promossa da Amnesty International, Antigone, Arci, Cild e Cittadinanzattiva.
La sede scelta è stata quella della Camera dei Deputati dove da marzo, quando fu approvato al Senato il disegno di legge per l'introduzione del reato di tortura nel codice penale, il testo è fermo.
Riccardo Noury, Susanna Marietti, Laura Liberto, Patrizio Gonnella, Francesca Chiavacci, intervenendo a nome delle associazioni promotrici dell'iniziativa hanno ribadito l'importanza che, a 30 anni dall’adozione della Convenzione contro la tortura da parte delle Nazioni Unite e oltre 25 anni dopo la ratifica italiana, finalmente l'Italia si adegui agli standard internazionali, approvando questa legge.
UN MINUTO DI SILENZIO CONTRO LA TORTURA
10 dicembre 2014, ore 10.00
Camera dei Deputati, Sala Stampa, via della Missione 4
Un minuto di silenzio contro la tortura. Amnesty International, Antigone, Arci, Cild e Cittadinanzattiva, in occasione della Giornata internazionale dei diritti umani, il prossimo 10 dicembre alle ore 10.00, manifesteranno con un minuto di silenzio alla Camera le loro ragioni contro il fatto che non esista ancora una legge che preveda il reato di tortura in Italia.
Il 10 dicembre saranno passai 30 anni esatti dall'adozione della Convenzione Onu contro la tortura - e oltre 25 dalla ratifica italiana - che impone tale legge.
Quasi tutti i Paesi europei hanno il reato nel proprio codice. Il disegno di legge è attualmente pendente alla Camera.
Da molti anni i principali organi di controllo internazionali sul rispetto dei diritti umani invitano il nostro Paese a colmare questa grave lacuna e ad adeguare l'ordinamento italiano a quanto previsto dal Protocollo Opzionale alla Convenzione contro la tortura.
Assieme all'ASGI sono stati predisposti dei modelli per presentare le istanze.
Nelle scorse settimane la Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva il provvedimento che riduce il tempo di permanenza nei Centri di Identificazione ed Espulsione dei migranti, da 18 mesi a massimo 90 giorni. Permanenza ulteriormente ridotta per coloro che, prima di essere condotti nei CIE, hanno passato un periodo superiore ai 90 giorni in carcere. Per loro la permanenza massima sarà di 30 giorni.
Ieri, mercoledì 19 novembre l’Associazione Antigone ha incontrato una delegazione palestinese, composta tra gli altri dal Vice Ministro alla Giustizia, Iyad Mousa Mohammad Tayem, per uno scambio di buone pratiche nel settore diritti umani e organizzazione penitenziaria. Durante l’incontro il presidente di Antigone, Patrizio Gonnella, accompagnato dalla coordinatrice nazionale dell’Associazione, Susanna Marietti, e dal coordinatore dell’Osservatorio europeo e nazionale sulle condizione di detenzione, Alessio Scandurra, hanno raccontato l’esperienza pluridecennale dell’Osservatorio di Antigone sulle condizioni di detenzione nelle carceri per adulti e in quelle per minori ed esposto la metodologia di lavoro utilizzata nella redazione dei rapporti relativi al servizio penitenziario italiano, offrendo anche confronti con quello europeo.
Una direttiva europea che imponga agli stati membri di adottare i numeri di identificazione per gli agenti delle forze dell'ordine. È questo l'obiettivo di una petizione a livello europeo promossa dall'associazione European Democratic Lawyers e indirizzata al Commissario Europeo, alla Commissione Europea e alla Sottocommissione per i Diritti Umani del Parlamento Europeo.
La campagna ha l'obiettivo di raccogliere il numero più alto possibile di firme in tutti gli stati membri entro febbraio 2015, quando sarà presentata alle autorità europee. In molti paesi membri dell'UE, etichette con i nomi o numeri identificativi non sono inserite nelle uniformi della polizia, così è in Italia, in altri Paesi possono essere nascoste, ad esempio durante le attività di controllo dell'ordine pubblico.