Il Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, in una lettera inviata a presidenti di Camera e Senato, ai presidenti della commissioni giustizia dei due rami del parlamento e al presidente della commissione straordinaria per i diritti umani del Senato, sottolinea alcune preoccupazioni riguardanti il disegno di legge sulla tortura che il prossimo 29 giugno sarà in discussione a Montecitorio.
In particolare - secondo Nils Muižnieks - alcuni aspetti del testo sembrano essere in contrasto con la giurisprudenza della Corte EDU, le raccomandazioni del Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (CPT) e con la Convenzione delle Nazioni Unite sulla tortura (UNCAT).
"Noto in particolare - si legge nella lettera del Commissario - che nell'attuale progetto, perché si configuri la tortura, è necessario che si verifichino più condotte di violenze, minacce o crudeltà; la tortura può anche configurarsi quando il comportamento in questione comporta un un trattamento inumano "e" degradante (il virgolettato è aggiunto). Inoltre, la tortura psicologica è limitata ai casi in cui il trauma psicologico sia verificabile".
"Notando che il progetto attuale sembra divergere dalla definizione di tortura di cui all'articolo 1 dell'UNCAT anche per altri aspetti - prosegue Muižnieks -, vorrei trasmettermi la mia preoccupazione per le gravi discordanze con tale definizione nella legislazione nazionale che possano comportare casi in cui la tortura o pene o trattamenti inumani o degradanti restino non sanzionati, creando così quindi potenziali scappatoie per l'impunità".
"Il Commissario Europeo - sottolinea Patrizio Gonnella, presidente di Antigone - evidenza le stesse criticità che avevamo già messo in risalto a nostra volta all'indomani dell'approvazione del Senato quando, insieme ad Amnesty International Italia, parlavamo di un testo impresentabile e lontano dalla Convenzioni delle Nazioni Unite".
"Quello che ci auguriamo è che il nostro paese presto si doti di una legge che punisca la tortura e che questa sia il più possibile conforme all'articolo 1 della Convenzione ONU che l'Italia ha ratificato nel lontano 1989".