Oggi inizia dal Senato l'iter Parlamentare della proposta di legge sull'allargamento del regime della legittima difesa.
"Una legge manifesto - secondo Patrizio Gonnella, presidente di Antigone - che si fonda sull’assenza totale di bisogni reali di prevenzione criminale e che metterebbe a rischio la sicurezza, attaccando principi giuridici consolidati del nostro ordinamento, intaccando il monopolio dell’uso della forza da parte delle Forze di Polizia, e che vorrebbe mettere il bavaglio ai giudici".
"Oggi i dati degli omicidi - sostiene Gonnella - sono ai minimi storici e incentivare il possesso e l'utilizzo delle armi non farà altro che far aumentare il numero dei morti nel nostro paese. Inoltre anche i numeri delle rapine sono incomparabilmente minori rispetto a quelle dei furti in casa. La differenza tra le due è appunto l'uso della violenza".
"La legge attualmente in vigore, è utile ricordarlo, deriva da una norma del codice Rocco varato in epoca fascista ed è stata modificata nel 2006, sempre su proposta della Lega" prosegue il presidente di Antigone. "Questa norma consente già di usare l’arma ogniqualvolta vi è un’intrusione nella propria dimora o in altro luogo ove venga esercitata un'attività commerciale, professionale o imprenditoriale. Dunque si potrebbe affermare che la Lega cambia norme della Lega".
"La proposta odierna ha l’obiettivo di evitare che chi usa le armi contro un presunto ladro sia indagato. Ma l’intervento del giudice è ineliminabile: in un paese democratico solo un'indagine e un giudice possono verificare l’esistenza effettiva di un’intrusione e accertarsi dell’identità, del ruolo della persona uccisa e della dinamica dell'atto presunto criminogeno" precisa Gonnella.
"Contro questa proposta Antigone ha lanciato una petizione sulla piattaforma change.org sottoscritta finora da oltre 27.000 persone. "A nome nostro e di queste migliaia di persone chiediamo ai parlamentari del M5S e dei partiti di opposizione di opporsi a questa proposta che ci farebbe finire nel Far West, ascoltando - conclude Patrizio Gonnella - anche gli operatori della giustizia e in particolare l'Associazione Nazionale Magistrati e l'Unione delle Camere Penali che, con validi argomenti, hanno espresso la loro contrarietà rispetto a questa iniziativa legislativa".