Il carcere è un pezzo di città. E' questa la campagna promossa da Antigone che punta ad includere anche i sindaci nell'articolo 67 dell'ordinamento penitenziario, vale a dire tra quelle autorità cui la legge riconosce il diritto a visitare gli istituti di pena.
Per promuovere la campagna Antigone ha scritto ad alcuni sindaci italiani chiedendo la loro disponibilità a visitare insieme le carceri delle loro rispettive città. Sono diversi i primi cittadini ad aver risposto e nei giorni scorsi si sono tenute le prime visite a Livorno, con il sindaco Filippo Nogarin e a Torino con la sindaca Chiara Appendino, con i quali sono stati visitati rispettivamente gli istituti "Le Sughere" e "Lorusso-Cotugno".
Quando carcere e territorio comunicano fra loro, quando esistono dei trasporti che non isolano gli istituti di pena ma che consentono a familiari e volontari di recarvisi facilmente, quando i cittadini si rendono conto che il carcere è un pezzo di città, quando sul territorio esistono servizi territoriali adeguati, aumentano le chances che la pena non sia solo un momento di esclusione. Il reinserimento abbatte la recidiva. Il reinserimento sociale è sicurezza.
Settanta anni fa Piero Calamandrei scriveva che bisogna aver visto. Bisogna aver visto per comprendere cosa significa la privazione della libertà e quale sia la composizione delle nostre carceri. Ma bisogna aver visto anche per trovare soluzioni concrete che diano effettività alla funzione che la Costituzione assegna alla pena. Il carcere non è un mondo a parte. Riflette, in tutto o in parte, la complessità e le problematiche di un territorio. Molti Comuni sono già impegnati in attività meritorie. Il nostro obiettivo è avvicinare il carcere alla società, contribuire alla sua non rimozione. Per questo è importante che i sindaci siano i primi a potersi interessare, e a poter essere messi nelle condizioni di farlo, a cosa avviene in questo loro pezzo di città.