"Siamo sgomenti per il terzo suicidio avvenuto in un solo mese nel carcere di Torre del Gallo di Pavia, il secondo nell'ultima settimana". A dirlo è Patrizio Gonnella, presidente di Antigone.
L'osservatorio sulle condizioni di detenzione dell'associazione era stato in visita nell'istituto di pena lunedì 29 novembre, poche ore prima di questo ennesimo gesto estremo. "Il carcere di Pavia - sottolinea Valeria Verdolini, presidente di Antigone Lombardia e una delle osservatrici che ha effettuato la visita - presenta moltissime criticità: strutturali, di sovraffollamento, legate al personale sottodimensionato (medico, in primis, ma anche penitenziario e trattamentale); infine criticità connesse ad una popolazione detenuta particolarmente sofferente che si trova ristretta tra quelle mura, in parte composta da detenuti cosiddetti ‘protetti’, ovvero isolati dagli altri per tutelarli dai rischi di aggressione (uno dei più grandi reparti protetti del nord Italia con oltre 300 presenze) e in parte portatrice di una fragilità sociale e psichica, situata nella struttura per la presenza dell'articolazione di salute mentale lombarda".
"Certo ogni suicidio è un caso a sé e va considerato nella sua complessità, valutando anche la disperazione individuale di chi commette questo atto - ricorda Patrizio Gonnella. Ma è anche vero che quando il numero dei suicidi supera una certa soglia è necessario indagare oltre, per capire se ci sono delle cause di tipo sistemico".
Venerdì l'osservatorio di Antigone sarà di nuovo nel carcere di Pavia, a breve distanza dalla precedente visita.