di Patrizio Gonnella da il manifesto del 30 dicembre 2021
Finalmente!Nelle pagine della relazione conclusiva resa pubblica dalla «Commissione per l’innovazione penitenziaria» voluta dalla ministra della Giustizia Marta Cartabia e presieduta dal prof. Marco Ruotolo si intravede quella visione della pena che invece ci è sembrata drammaticamente smarrita negli ultimi anni.
La Relazione si muove su più piani: quello delle proposte di riforma legislativa, quello delle proposte di riforma regolamentare e quello della gestione amministrativa. Nel nome di un pragmatismo, che non è in contraddizione con un’idea di pena fondata sul pieno rispetto della dignità umana, vengono nel dettaglio delineate le norme che dovrebbero essere approvate, a tutti i livelli, affinché il carcere non sia luogo di mera sofferenza, di vessazioni ingiustificate, di violenza. Indico qui, a scopo esemplificativo, tre proposte elaborate dalla Commissione che potrebbero avere un impatto significativo in termini di riduzione del danno prodotto dalla carcerazione.
1) Viene prevista la possibilità per lo straniero di accedere dalla detenzione alle procedure per il rinnovo del permesso di soggiorno e per chiedere la protezione internazionale, pratica che oggi in non pochi istituti è vietata così aprendo la porta a espulsioni ingiustificate. Inoltre viene proposta la modifica della legge Bossi Fini nel senso che l’espulsione non dovrebbe essere mai disposta quando va a pregiudicare i risultati del percorso di reinserimento sociale del condannato. Un bel segnale in contro-tendenza rispetto alle tante cattiverie dette e fatte sul corpo dei migranti.
2) La Commissione raccomanda l’installazione dei totem in ogni istituto per tutte le richieste dei detenuti così da cancellare quell’obbrobrio medievale che è la domandina cartacea alla quale lo stesso raramente riceve risposta. Si prevede altresì la possibilità di allargare la possibilità di effettuare telefonate e videochiamate, nonché l’uso dei computer nelle celle.
3) Viene dedicata la giusta attenzione alla sofferenza psichica. Non è passato un mese da quando Antigone aveva denunciato le condizioni di vita nella sezione di osservazione psichiatrica Sestante di Torino. Viene così proposta una norma che apre all’affidamento in prova per i condannati con infermità psichica, superando tutti quei limiti che oggi invece sussistono. Dunque, la direzione proposta dalla Commissione del prof. Ruotolo è quella giusta, si intravede finalmente, come detto, una visione costituzionale della pena.
Ora si tratta di dare gambe a proposte, alcune delle quali ricalcano quelle che Antigone aveva elaborato e inviato alle autorità competenti. Molte delle proposte sono nella disponibilità diretta della Ministra o del Dap. Non c’è il rischio del pantano parlamentare e non ci sono scuse per non farle camminare velocemente, ossia allo stesso ritmo con cui ha lavorato la Commissione (costituita il 13 settembre scorso). Il carcere nell’era Covid, il carcere visto in quei video tragici di Santa Maria Capua Vetere, il carcere della sezione Sestante di Torino, non può più aspettare.