Continua a crescere il numero dei suicidi nelle carceri italiane. Gli ultimi tre sono avvenuti a distanza di poche ore nel carcere di Pavia e in quello di Teramo. Il primo - su cui si attendono conferme - riguarda il trapper Jordan Jeffrey Baby ed è avvenuto nel carcere di Pavia. Il secondo, poche ore dopo, nel carcere di Teramo, dove un ragazzo di venti anni si è tolto la vita nel giorno del suo compleanno. Mentre sempre ieri si era tolto la vita nel carcere di Secondigliano una persona di 33 anni. Il totale nel 2024 è di 23 suicidi, uno ogni 3 giorni.
"Tre detenuti che si suicidano in un giorno segnano il fallimento delle istituzioni. Una tragedia che ci dovrebbe far fermare tutti e programmare azioni e politiche di segno opposto a quelle in discussione. Fermatevi con il ddl sicurezza e approvate norme di umanità. Ogni suicidio è un atto a sé ma, quando sono così tanti, evidenziano un problema sistemico. Il sovraffollamento trasforma le persone in numeri di matricola, opachi agli operatori. Vanno prese misure dirette a ridurre drasticamente i numeri della popolazione detenuta. Il ddl sulla sicurezza in discussione va nella direzione opposta e potrebbe determinare una esplosione di numeri e sofferenze. Le misure che da tempo sollecitiamo non sono mai state approvate. Una telefonata salva la vita, abbiamo sempre ricordato. Facciamo sì che i detenuti comuni possano chiamare quotidianamente i propri cari e non una telefonata a settimana. Se quei ragazzi che hanno perso la vita avessero potuto farlo, forse quelle morti inutili si sarebbero potute evitare. Specialmente in momenti di profonda depressione i contatti con i propri cari possono essere la via di salvezza. Per questo chiediamo ancora una volta che Governo e Parlamento aprano una discussione pubblica sul tema carceri. Chiediamo a tutti i parlamentari di visitare le sezioni più affollate delle carceri e quelle dove si vive peggio, come il settimo reparto di regina Coeli. Lanciamo anche un allarme sul nuovo reato di rivolta penitenziaria, previsto nel ddl sicurezza che andrà a punire persino la resistenza passiva dei detenuti con tanti anni di carcere. La disobbedienza nonviolenta gandhiana è trattata come un crimine. Il rischio è che aumentino ancora atti di autolesionismo, tentativi di suicidio e suicidi. Per questo auspichiamo che questo provvedimento venga presto ritirato e che si approvino norme nel segno della modernizzazione, umanizzazione, deflazione. Siamo pronti a discuterne con chi vuole ascoltare il nostro parere e le nostre proposte". Queste le dichiarazioni di Patrizio Gonnella, presidente di Antigone.
Il contesto delle carceri di Pavia, Teramo e Secondigliano
Il carcere di Pavia, a fine febbraio, aveva un tasso di affollamento del 126%, con 650 persone detenute a fronte di 515 posti disponibili. Nello scorso mese di ottobre gli osservatori di Antigone avevano visitato il carcere, trovando alcuni reparti infestati dalle cimici e almeno un detenuto con un nido di insetti tra i capelli. Dopo quella visita si era sottolineato come la presenza di detenuti con disturbi psichiatrici richiedesse una grande attenzione nella gestione degli aspetti igienico sanitari. Una delle difficoltà di gestione riscontrate era connessa alla fragilità psichica di molti dei ristretti. Nel carcere è presente un’articolazione di salute mentale che ospita persone non sempre in grado di provvedere alla propria cura e igiene personale in autonomia, e non aiutati da operatori o altri detenuti. Si sottolineava inoltre come - nonostante gli sforzi della Direzione e del Comando - l’acqua calda mancasse in molte celle e in generale le condizioni dei bagni risultassero inaccettabili: lavandini senza rubinetti, docce non funzionanti, pareti macchiate di fuliggine, stanze con poca luce e scarsa areazione.
Il carcere di Teramo è a sua volta affetto dal problema del sovraffollamento con un tasso, a fine febbraio, del 147% e la presenza di 375 persone detenute per 255 posti. Nella visita effettuata dall'osservatorio di Antigone nell'agosto del 2023 si sottolineava: "L’istituto benché di recente costruzione necessita di molti lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria. Nonostante le camere di pernottamento siano state pensate per ospitare una persona sola, la situazione di sovraffollamento perenne impone la presenza di 2 persone nella stessa stanza. Il numero di persone detenute, sempre molto più elevato rispetto alla capienza regolamentare, e la presenza di diversi circuiti detentivi (femminile, alta sicurezza, comuni e sezione protetta) non consentono una adeguata gestione della quotidianità detentiva, una idonea organizzazione interna e una offerta di attività trattamentali e scolastiche sufficiente a coinvolgere le persone interessate. Non sono attive lavorazioni interne e i lavori disponibili sono solo quelli alle dipendenze dell’Amministrazione Penitenziaria. Il personale civile, in divisa e medico lamenta la forte carenza di organico che rende difficoltosa la gestione delle situazioni ordinarie e straordinarie. Ci viene segnalato che l’Istituto ospita molte persone affette da disagio psichico e che la maggior parte dei trasferimenti, in entrata e in uscita, avvengono per ordine e sicurezza".
Anche il carcere di Secondigliano lamenta un forte sovraffollamento, con un tasso del 127% e 1.368 persone detenute per 1.077 posti. Di seguito il breve report della visita dell'osservatorio di Antigone nel gennaio del 2023: "La struttura si presenta in buone condizioni. Tuttavia, date le notevoli dimensioni e la conseguente necessità di programmare i lavori di mantenimento e ristrutturazione, non tutti i reparti, al momento della visita, risultano essere stati oggetto dei necessari interventi, in programma per i prossimi mesi o anni. Alcune delle celle visitate presso l'articolazione psichiatrica ed il reparto Mediterraneo, inoltre, risultano ancora sprovviste di doccia. La Direzione, nonostante l'incremento rispetto all'anno precedente, lamenta la scarsità di personale penitenziario e il fatto che molti agenti pur formalmente incaricati presso l'istituto siano, in realtà, destinati a funzioni che esulano dalla gestione della struttura (es. piantonamenti, scorte). Come riferito dal personale sanitario, circa l'80% della popolazione detenuta fa uso di psicofarmaci".