Continua la crescita dei detenuti (il tasso di sovraffollamento è al 113,2%) e in alcune carceri si torna a scendere sotto lo spazio minimo previsto di 3 mq per detenuto. E’ quanto emerge dal pre-rapporto 2017 che abbiamo presentato oggi a Roma, frutto dei primi sei mesi di visite del nostro Osservatorio.
Già nell’ultimo rapporto, non a caso chiamato #TornailCarcere, si era posta l’attenzione sul ritorno del sovraffollamento con tassi di crescita che, se continuassero all’attuale ritmo, porterebbero in pochi anni l’Italia ai livelli che costarono la condanna da parte della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
Ma quali sono le ragioni della crescita del numero dei detenuti? Da una parte il numero enorme di processi penali pendenti. Oltre 1,5 milioni di cui più di 300 mila dalla durata irragionevole e quindi prossimi alla violazione della legge Pinto. I tempi lunghi dei processi influiscono sull’eccessivo ricorso alla custodia cautelare che continua a crescere arrivando all’attuale 34,6%, quando solo due anni fa era al 33,8%. Dall’altra c’è il fatto che si registra un cambiamento anche nelle pratiche di Polizia e giurisdizionali, effetto questo della pressione dell’opinione pubblica a partire da casi eclatanti (di come le sirene del populismo penale potessero influire avevamo parlato in un nostro recente approfondimento).
l numeri dei detenuti sono in costante crescita. In alcune carceri si è tornati a scendere sotto la soglia minima dei 3mq per detenuto. Una situazione che avevamo già denunciato nel nostro Rapporto annuale #TornailCarcere.
Alcuni carceri sono ancora senza acqua calda o spazi adeguati alle attività di risocializzazione. La possibilità di effettuare colloqui via skype è assente quasi ovunque.
E' quanto emerge dalle visite effettuate dal nostro Osservatorio nei primi sei mesi di quest'anno. Dati e informazioni raccolte nel nostro pre-rapporto 2017 sulle condizioni di detenzione che presenteremo il prossimo 27 luglio, alle ore 11.30, presso la sala stampa della Camera dei Deputati (via della Missione 4, Roma).
Durante la conferenza stampa saranno inoltre presentate anche le proposte di Antigone per un nuovo ordinamento penitenziario alla luce della legge delega da poco approvata dal Governo. Dalle donne ai minori, dagli stranieri alla salute, dall'isolamento alle misure alternative, dal lavoro all'istruzione, dalla libertà di culto alla sessualità, dal diritto di voto alla gratificazione e identificazione del personale, venti proposte per riformare l'ordinamento penitenziario del 1975.
COMUNICATO STAMPA - Dichiarazione congiunta di Antonio Marchesi (presidente di Amnesty International Italia) e Patrizio Gonnella (presidente di Antigone e CILD)
In queste ore una delegazione della commissione difesa del Senato, guidata dal presidente Nicola Latorre, è impegnata in una visita ufficiale in Egitto. Durante la visita lo stesso senatore Latorre - come riportato da un'agenzia di stampa - avrebbe sottolineato la necessità di rasserenare l’atmosfera fra i due paesi per superare le difficoltà che stanno vivendo le relazioni bilaterali.
Una frase che può essere letta come una possibile apertura al ritorno dell'ambasciatore italiano al Cairo, dopo che l'Italia aveva ritirato il suo rappresentante a seguito della morte del giovane ricercatore Giulio Regeni. Un caso per il quale la collaborazione delle autorità egiziane è sempre stata assente.
di Corallina Lopez Curzi da Cild.eu
Nell’ambito del Consiglio d’Europa (CoE) – organizzazione internazionale composta da 47 stati membri impegnata promuovere i diritti umani in Europa (ma estranea all’Unione Europea) – è in corso un tentativo di regolamentazione della detenzione amministrativa dei migranti.
Si tratta di una pratica pericolosa che negli ultimi anni è stata di fatto istituzionalizzata in tutta Europa, diventando così un anello chiave nella gestione dei flussi migratori, nonostante secondo il diritto internazionale dovrebbe essere usata solo come ultima risorsa. Nel nostro continente si detengono infatti ogni anno circa 600.000 stranieri , tra cui numerosi minori (circa 40.000), sulla base di una semplice decisione amministrativa, senza che questi abbiano commesso nessun reato e senza che la loro privazione della libertà trovi consono fondamento e disciplina nella legge.
In Italia da oggi c’è il reato di tortura nel codice penale. Un dibattito parlamentare lungo ben ventotto anni.
Un dibattito molto spesso di retroguardia culturale. Un dibattito che ha prodotto una legge da noi profondamente criticata per almeno tre punti: la previsione della pluralità delle condotte violente, il riferimento alla verificabilità del trauma psichico e i tempi di prescrizione ordinari.
Era il dicembre del 1998 quando Antigone elaborò la sua prima proposta di legge, fedele al testo previsto nella Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura del 1984. Non abbiamo mai abbandonato la nostra attività di pressione istituzionale su questo tema. Siamo andati davanti a giudici nazionali, europei, organismi internazionali a segnalare questa lacuna gravissima nel nostro ordinamento giuridico.