Diminuiscono sensibilmente i reati, tornano a crescere invece i detenuti.
È questa la fotografia che emerge da “Torna il carcere”, tredicesimo rapporto di Antigone sulle condizioni di detenzione in Italia.
Il Rapporto - presentato questa mattina a Roma durante una conferenza stampa a cui hanno partecipato anche il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Santi Consolo e il Garante Nazionale delle persone private della libertà personale Mauro Palma - risulta completamente rinnovato nella veste grafica e nelle modalità di fruizione rispetto agli anni precedenti.
Torna il carcere è infatti un rapporto esclusivamente on-line diviso in quattro grandi aree: le politiche e i numeri; tutti ne parlano. Le emergenze; chi vive dentro; chi lavora dentro. Ogni area ha al suo interno approfondimenti sulla situazione delle carceri italiane che vertono su questioni quali: i numeri, i costi, il personale, i suicidi, la libertà religiosa e la radicalizzazione, le donne, gli stranieri ecc.
Gli approfondimenti sono tutti accompagnati da grafici e infografiche che sintetizzano i dati più importanti, anche in comparazione alle condizioni di detenzione degli anni precedenti.
Il Rapporto, reso possibile dal lavoro di monitoraggio dell’Osservatorio di Antigone che dal 1998 è autorizzato ad entrare in tutti gli istituti italiani, è furibile al seguente link: http://www.associazioneantigone.it/tredicesimo-rapporto-sulle-condizioni-di-detenzione.
Nel 2015 in Italia quasi 1 milione di persone sono state arrestate o fermate dalle forze di polizia. Un numero piuttosto impressionante di individui è stato insomma oggetto di provvedimenti temporanei restrittivi della libertà personale ad opera delle forze dell’ordine e si è quindi trovata a transitare in caserme e stazioni di polizia.
Per questo, in collaborazione con la Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili, abbiamo voluto mettere insieme una guida essenziale che illustri in maniera chiara ed accessibile a tutti i diritti di cui si è titolari davanti alle forze di polizia e durante l’intera durata dello stato di arresto o fermo.
96 ore di vulnerabilità
Quella del trattenimento da parte della polizia è infatti una situazione, che si può prolungare fino a 96 ore, durante la quale l’arrestato/fermato si trova evidentemente in una condizione di particolare vulnerabilità. In questa fase - e soprattutto nelle prime 24 ore, in attesa di essere messo a disposizione del PM e della successiva udienza di convalida con il giudice - il soggetto si trova infatti in uno stato di profonda incertezza per quello che concerne la propria situazione giuridica, gli elementi e le accuse a proprio carico, e soprattutto i propri diritti.
IL SENATO APPROVA LA LEGGE SULLA TORTURA, AMNESTY INTERNATIONAL ITALIA E ANTIGONE: “SI CONFERMA UN TESTO IMPRESENTABILE E DISTANTE DALLA CONVENZIONE DELLE NAZIONI UNITE”
È stata approvata oggi dal Senato (con 195 voti a favore e 8 contrari) la proposta di legge sull’introduzione del reato di tortura nell’ordinamento italiano, Amnesty International Italia e Antigone hanno rilasciato la seguente dichiarazione:
“Questa legge qualora venisse confermata anche dalla Camera sarebbe difficilmente applicabile. Il limitare la tortura ai soli comportamenti ripetuti nel tempo e a circoscrivere in modo inaccettabile l’ipotesi della tortura mentale è assurdo per chiunque abbia un minimo di conoscenza del fenomeno della tortura nel mondo contemporaneo, nonché distante e incompatibile con la Convenzione internazionale contro la tortura. Con rammarico prendiamo atto del fatto che la volontà di proteggere, a qualunque costo, gli appartenenti all’apparato statale, anche quando commettono gravi violazioni dei diritti umani, continua a venire prima di una legge sulla tortura in linea con gli standard internazionali che risponda realmente agli impegni assunti 28 anni fa con la ratifica della Convenzione.”
Roma, 17 maggio 2017
Tortura, Amnesty International Italia e Antigone: "dopo 28 anni di ritardo il Senato approverà un testo impresentabile"
Alla vigilia dell’approvazione al Senato della proposta di legge sull’introduzione del reato di tortura nell’ordinamento italiano, Amnesty International Italia e Antigone hanno rilasciato la seguente dichiarazione:
"Il Senato si avvia ad approvare una legge sulla tortura internazionalmente impresentabile, in cui la definizione del reato è in evidente contrasto con quanto imposto dalla Convenzione internazionale contro la tortura, che ormai solo in apparenza quella legge ha lo scopo di attuare. L'accanimento con cui si insiste nel limitare la tortura ai soli comportamenti ripetuti nel tempo (un'ipotesi ripudiata solo qualche anno fa dall'intero arco costituzionale) e a circoscrivere in modo inaccettabile l'ipotesi della tortura mentale è assurdo per chiunque abbia un minimo di conoscenza del fenomeno della tortura nel mondo contemporaneo. A questi limiti si accompagna la confusione di una definizione che pare scritta apposta per renderne difficile l'applicazione. É davvero triste che il parlamento stia perdendo un'occasione storica di porre in qualche modo rimedio a 28 anni di inerzia sul tema".
DISCUSSIONE SU REATO DI TORTURA, AMNESTY INTERNATIONAL ITALIA E ANTIGONE AI CAPIGRUPPO DEL SENATO: DOPO 28 ANNI NIENTE PIÙ ALIBI SUL REATO DI TORTURA, IL PARLAMENTO HA IL DOVERE DI FARE PRESTO E BENE
Alla vigilia della discussione sui sub-emendamenti alla proposta di legge sull’introduzione del reato di tortura nell’ordinamento italiano, Amnesty International Italia e Antigone hanno scritto ai presidenti dei Gruppi parlamentari del Senato chiedendo che si giunga – dopo un ritardo di oltre 28 anni - “a una definizione del reato, a una previsione di sanzioni e, più in generale, a una disciplina della nuova fattispecie in linea con quanto imposto dalla Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura, che l’Italia ha ratificato nel 1989, e in attuazione di sentenze della Corte di Strasburgo che hanno accertato violazioni sia dell’aspetto materiale che di quello procedurale dell’art. 3 della Convenzione europea dei diritti umani da parte del nostro paese”.