L'incostituzionalità è accertata (per violazione degli artt. 3 e 27 Cost.) e non si potrà tornare indietro. Ora la palla è al Parlamento che entro un anno dovrà deliberare. Ovviamente avremmo sperato in un intervento della Corte che dichiarasse l’illegittimità incostituzionale immediata della disciplina vigente. Noi eravamo nel procedimento con un nostro atto di intervento a sostegno dell’incostituzionalità dell’ergastolo ostativo. Ragioni esplicite di politica criminale hanno indotto la Consulta a rinviare la decisione di un anno qualora il legislatore non intervenga prima. Faremo da pungolo affinché questo accada e ricorderemo in modo costante alle forze politiche e al Parlamento la data del maggio 2022.
Ci riserviamo l’esame dell’ordinanza, ma notiamo dal comunicato stampa che la Corte Costituzionale ritiene che “tale disciplina ostativa, facendo della collaborazione l’unico modo per il condannato di recuperare la libertà, è in contrasto sia con gli articoli 3 e 27 della Costituzione e con l’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo”. Lavoreremo incessantemente affinché il legislatore superi gli automatismi preclusivi alla reintegrazione in società. Il percorso individuale va sempre esaminato caso per caso dal magistrato. Oggi gli ergastolani ostativi sono oltre 1.200 e costituiscono quasi i tre quarti del totale dei detenuti condannati all’ergastolo.