E' stato presentato ieri durante una conferenza stampa e alla presenza del Ministro per il lavoro e le politiche sociali Giuliano Poletti e dell’Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza Vincenzo Spadafora, il 7° Rapporto su “I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia” a cura del Gruppo CRC (di cui fa parte anche Antigone).
I risultati dell'analisi illustrano come l’Italia non sia un “paese per bambini” e come si sia ancora lontani dagli obiettivi europei nelle politiche per l’infanzia. Solo il 13,5% dei bambini ha accesso ai servizi per l’infanzia e agli asili nido, con opportunità ancor più ridotte nel Sud e nelle Isole. Ancora troppi i minorenni nella fascia di età 0/5 fuori dalla propria famiglia di origine che vengono accolti nelle comunità rispetto all’affido familiare.
Nelle politiche dell'infanzia è quindi necessario un impegno immediato e molti investimenti del Governo.
"Il sesso dura qualche istante, l'amore invece tutta la vita". Carmelo Musumeci - una compagna e due figli, condannato alla pena dell'ergastolo ostativo che lui chiama 'la morte viva' - si batte insieme ad Antigone contro l'inutile, stupido e ipocrita divieto del sesso in carcere. Chi è condannato a non uscire da una galera non deve con ciò essere condannato anche a non esprimere il proprio affetto verso il partner. Le mogli e i mariti dei detenuti non devono subire anche loro questa condanna.
In molti paesi d'Europa - Croazia, Germania, Olanda, Danimarca, Norvegia e altri ancora - sono consentiti colloqui non sorvegliati con il proprio coniuge o partner. In Italia invece i detenuti non hanno diritto all'affettività.
Fin dalla sua rielezione il governo ungherese ha lanciato una campagna per minare la credibilità delle ONG ungheresi e per ottenere il controllo sul loro finanziamento, attualmente distribuito in maniera indipendente dal governo. Noi crediamo che una società civile dinamica e indipendente svolga un ruolo fondamentale in una società democratica, in quanto controllo e contrappeso al potere del governo. Come dimostrato dalla Russia di Putin, gli attacchi alla società civile possono facilmente portare alla criminalizzazione delle ONG ed ostacolare efficacemente il loro lavoro. Siamo solidali con le ONG ungheresi e chiediamo al governo ungherese - e tutti gli altri governi - di smettere di intimidire la società civile!
La notizia sul sito liberties.eu, piattaforma europea dei diritti umani e le libertà civili di cui fa parta anche Antigone
"La decisione del Consiglio d'Europa riconosce gli sforzi fatti e apprezza le misure adottate ma non allontana lo sguardo dal sistema penitenziario italiano. Non bisogna tornare indietro. Anzi. Va ulteriormente ridotto il tasso di affollamento, umanizzata la vita nelle carceri, preservata la salute, proibita la tortura. Con le nostre osservazioni e denunce ci sentiamo corresponsabili del processo riformatore che sarebbe un errore tragico interrompere. Si lascino perdere i predicatori del punitivismo altrimenti si torneranno a fare passi indietro sui diritti umani."
CONFERENZA REGIONALE VOLONTARIATO GIUSTIZIA DELLE MARCHE
Via Podesti , 12 – 60122 Ancona – Tel.: 071/201512 – Fax: 071/2079329
Basta! Politici, amministratori, operatori del settore non perdono occasione per ribadire che occorre costruire subito un nuovo carcere da 450 posti a Camerino perché c’è sovraffollamento nelle carceri esistenti, perché l’attuale penitenziario è vecchio e fatiscente, perché Camerino è una zona economicamente in declino e la costruzione di un carcere porta occupazione.
Noi non siamo d’accordo. Come rappresentanti delle principali associazioni di volontariato che operano nelle carceri delle Marche siamo rimasti in silenzio fino ad oggi perché nessuno ha chiesto la nostra opinione e perché non è nostra abitudine esprimere censure sulle scelte politiche; ma crediamo che il volontariato non debba avere una funziona ancillare rispetto al sistema carcere, come invece evidentemente ritiene chi allontana i volontari che dicono ciò che pensano o cerca di mettere il silenziatore a chi diffonde dati obiettivi (una recente circolare ha vietato ai direttori di fornire dati ad Antigone).
L'amministrazione penitenziaria ha diramato una circolare con la quale autorizza nuovamente i direttori degli istituti penitenziari a fornire all'associazione Antigone le informazioni richieste. "Nelle settimane scorse più volte c'eravamo sentiti e incontrati con i vertici del Dap - ha dichiarato il presidente dell'associazione Antigone Patrizio Gonnella. La circolare aiuta a risolvere tutti i dubbi e gli equivoci. Si tratta di una decisione che apprezziamo e che ci consente di proseguire serenamente nel nostro lavoro di osservazione".
La decisione delle sezioni unite della Cassazione è molto importante e contribuirà a decongestionare ulteriormente il nostro sistema penitenziario. Tutti i detenuti che hanno subito gli eccessi di pena della legge Fini-Giovanardi potranno ora finalmente ottenere il ricalcolo del loro periodo di detenzione. Si tratta di varie migliaia di persone. Speriamo che ora i tempi della giustizia siano sufficientemente rapidi affinché, nel giro di qualche mese, tutti gli aventi diritto possano vedere la loro pena finalmente ridotta come deciso prima dalla Corte Costituzionale e ora dalla Corte di Cassazione.
Cartella Stampa dell'Assemblea Nazionale di Antigone "Droghe, oltre il proibizionismo"
Nella giornata dei commenti ai risultati elettorali è passata quasi inosservata la notizia che lunedì scorso un’altra persona si è tolta la vita presso il penitenziario di Ancona Montacuto (Giovanni Aireti, 64 anni, in attesa di giudizio). Quasi contemporaneamente, sempre a Montacuto, un altro detenuto, di nazionalità tunisina, è finito in ospedale in gravi condizioni per aver volontariamente ingerito della varechina e un numero imprecisato di lamette.
Le notizie arrivano nelle stesse ore in cui scade la moratoria della Corte europea, che poco più di un anno fa ha condannato per l’ennesima volta l’Italia per mancato rispetto delle norme della Convenzione europea per i diritti dell’uomo che vietano i trattamenti inumani e degradanti ed ora si appresta a valutare se i provvedimenti italiani sono sufficienti a scongiurare un'altra raffica di (centinaia) di condanne.
Il 12 maggio scorso è stato depositato presso la Procura della Repubblica di Gorizia un esposto relativo alla rivolta e agli avvenimenti accaduti nell’agosto 2013 nel Centro di identificazione ed espulsione (CIE) di Gradisca d’Isonzo ed, in particolare, sulla totale assenza dei requisiti strutturali per il trattenimento di persone, oltre che la richiesta di accertamento per un possibile uso improprio della forza da parte della polizia — vedi l’utilizzo di gas lacrimogeni CS in ambienti scarsamente areati. L'esposto è stato presentato dall'associazione Tenda per la Pace e i Diritti e Melting Pot Europa, assieme alla firma di altri cittadini e politici.
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