Napoli, 19 marzo 2015. Alla fine di questo mese, l’orrenda esperienza degli ospedali psichiatrici giudiziari dovrebbe avere la sua fine: in prospettiva della chiusura, Antigone lunedì scorso (16 marzo) ha visitato il più antico manicomio criminale d'Italia: Aversa.
Dal 31 marzo 2015 l'O.P.G. di Aversa non accoglierà ulteriori persone in entrata, ma avrà come unico compito quello di dismettere gli internati rimasti: nonostante la predisposizione dei progetti personalizzati previsti dalla legge, ben 79 persone non sono in uscita, per mancanza di idonee strutture di accoglienza o di famiglie disposte ad accoglierli. Gli internati in uscita sono 29: di questi solo 15 sono campani, mentre 12 provengono dal Lazio e 2 dall'Abruzzo. Quanto alle future entrate, gli o.p.g. verranno sostituiti dalle R.e.m.s. (strutture esclusivamente sanitarie): tuttavia in Campania, le due Rems (a S. Nicola Baronia e a Calvi Risorta), alla data del 31 marzo 2015, certamente non saranno pronte.
Chiudere gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, senza proroghe e senza trucchi
“… luoghi indegni per un Paese appena civile” (Giorgio Napolitano)
La data per la chiusura degli OPG si avvicina: il 31 marzo 2015 è la scadenza fissata dalla legge.
Vogliamo essere sicuri che sarà rispettata.
E che al loro posto non si apriranno nuove strutture manicomiali.
Perciò continua la mobilitazione:
- per far chiudere gli OPG al 31 marzo 2015 senza proroghe e senza trucchi
- per la nomina di un Commissario per l’attuazione della legge 81/2014 sul superamento degli Opg
- per fermare i nuovi ingressi e favorire le dimissioni, con buone pratiche per la salute mentale, una buona assistenza socio sanitaria nel territorio,
- per evitare che al posto degli Opg crescano nuove strutture manicomiali (le cosiddette Rems: i “mini Opg” il cui numero può e deve essere invece drasticamente ridotto)
L’Appello è promosso per stopOPG da:
Stefano Cecconi (Cgil nazionale), don Luigi Ciotti (Gruppo Abele) Franco Corleone (Garante diritti dei detenuti Toscana), Adriano Amadei (Cittadinanzattiva referente salute mentale), Denise Amerini (Fp Cgil), Stefano Anastasia (Società della Ragione), Cesare Bondioli (Psichiatria Democratica), Antonella Calcaterra (Camera Penale di Milano), Enzo Costa (Auser nazionale), Vito D’Anza, Peppe Dell’Acqua (Forum Salute Mentale), Giovanna Del Giudice (Conferenza Permanente Salute Mentale nel Mondo), Maria Grazia Giannichedda (Fondazione Basaglia), Patrizio Gonnella (Antigone), Fabio Gui (Forum Salute e Carcere), don Giuseppe Insana (Ass. Casa di Barcellona Pozzo di Gotto, Elisabetta Laganà (Presidente Conf. Naz. Volontariato Giustizia), Aldo Mazza (Edizioni Alphabeta Verlag), Anna Poma (coop. Con.Tatto), Alessandro Sirolli (Associazione180Amici Aq), Gabriella Stramaccioni (Libera) Gisella Trincas (Unasam), don Armando Zappolini (Cnca)
Sito della campagna: http://www.stopopg.it/
Link per aderire all’ Appello e al Digiuno: http://www.stopopg.it/node/1091
Link alle informazioni: http://www.stopopg.it/node/1090
Link ai materiali: volantini, appello, banner con immagini: http://www.stopopg.it/node/1092
E' pronto il nuovo numero della Rivista di Antigone dedicata interamente agli OPG che, dopo una serie di rinvii, dovranno chiudere - secondo l'attuale normativa - il 31 marzo prossimo.
Di seguito riportiamo l'editoriale di Claudio Sarzotti, Direttore Responsabile, nonché l'indice completo di questo numero. Il costo del volume è di 15 € e potrà essere richiesto scrivendo all'indirizzo e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. ed effettuando il versamento della somma sul conto intestato ad "Associazione Antigone Piemonte Onlus", IBAN: IT21W0326801000052847567560.
EDITORIALE - Claudio Sarzotti
Abbiamo già affrontato in un recente passato sulla nostra rivista la questione dei folli-rei, ma abbiamo deciso di dedicargli un numero monografico in un momento che appare decisivo per il definitivo superamento degli Ospedali psichiatrici giudiziari. Come si potrà notare leggendo alcuni dei saggi presenti nel numero della rivista, questo settore del sistema penale e penitenziario è stato uno di quelli su cui ha maggiormente e positivamente operato il Governo Renzi, in particolare emanando una normativa (la legge n. 81 del 30 maggio 2014) che ha posto un termine ultimativo alla chiusura degli Opg (31 marzo 2015) e ha stabilito alcuni princìpi di civiltà giuridica da tempo invocati da gran parte degli addetti ai lavori (in primis la limitazione della misura di sicurezza detentiva alla durata della pena massima edittale prevista per il reato commesso dal folle reo, rendendo in tal modo anche formalmente illegittimi i cd. ergastoli bianchi).
La Sezioni unite della Cassazione hanno ribadito un principio sacrosanto, ovvero che chi ha subito gli eccessi di pena previsti dalla legge Fini-Giovanardi deve ora ottenere un ricalcolo della pena stessa.
Va ricordato che quella legge è stata responsabile della tragedia del sovraffollamento penitenziario italiano, fra le cause principali della condanna che l’Italia ricevette dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Ha rovinato vite di giovani buttati in carcere per pochi grammi di cannabis. Una legge che era fra le più repressive in tutta Europa.
Dopo la sentenza della Corte Costituzionale dello scorso anno e dopo la sentenza odierna della Suprema Corte di Cassazione, bisogna immediatamente aprire una nuova stagione legislativa che, con coraggio, depenalizzi e decriminalizzi la vita dei consumatori di droga.
E’ arrivato il momento per affrontare una scelta di legalizzazione che, tra le altre cose, rappresenta l’unica via per sottrarre ricchezza e potere alla criminalità organizzata.
Un patrimonio librario composta da circa 2000 volumi sul tema del carcere e dell'amministrazione della giustizia penale, è stato donato dall’Associazione Antigone alla Biblioteca Norberto Bobbio dell’Università di Torino. I volumi tracciano la storia del sistema carcerario del nostro Paese nell’epoca repubblicana (sistema che quest’anno celebra il quarantennale della riforma dell’ordinamento penitenziario). In questo modo, la Biblioteca Norberto Bobbio avrà a disposizione un patrimonio librario sul tema carcere che non ha riscontri di pari qualità e quantità in Italia e si colloca tra i più qualificati a livello europeo.
"Il nostro intento - ha dichiarato Patrizio Gonnella, presidente Associazione Antigone, durante la presentazione avvenuta stamattina al Campus Luigi Einaudi – è quello di valorizzare i volumi e metterli a disposizione di una utenza che li sappia usare, creando per un ambito di studio fondamentale. Il patrimonio librario, grazie all’Associazione Antigone, sarà arricchito ogni sei mesi".
di Stefano Anastasia (Presidente onorario di Antigone)
Il Ministro Orlando ha giustamente risposto in senso affermativo alla richiesta che gli è venuta da più parti, e principalmente dalla redazione di Ristretti orizzonti, di fare degli annunciati Stati generali sulle pene e sul carcere un’occasione di confronto anche con i diretti interessati, i condannati e le condannate, i detenuti e le detenute che vivono direttamente tale condizione e che possono offrire un punto di vista non solo “diverso”, ma essenziale, anzi – meglio – imprescindibile alla comprensione dei problemi e dei limiti del nostro sistema penitenziario.
Ciò detto, vorrei spezzare una lancia anche a favore della interlocuzione diretta con una realtà come quella di Ristretti.
Ha ragione Giorgio Santacroce, primo presidente della Corte suprema di cassazione, nei passaggi su droga e sovraffollamento carcerario della sua relazione tenuta durante la cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario.
Oggi ancora migliaia di persone stanno scontando una pena illegittima in quanto ancora non è stata rideterminata la sanzione dopo la sentenza della Consulta che ha dichiarato illegittima la Fini-Giovanardi. Ci vuole una nuova legge che punti sulla depenalizzazione e decarcerizzazione. Ci vuole coraggio e puntare sulla legalizzazione come stanno iniziando a fare gli Usa. La War on drugs ha fallito.
Tutto ciò avrebbe effetti positivi sul sovraffollamento che è un problema non risolto. Vi sono ancora alcune migliaia di persone in più rispetto ai posti letto regolamentari.
"Dopo oltre 25 anni l'Italia non ha ancora il reato contro la tortura. Anche il 2014 si è chiuso senza che il Parlamento lo approvasse. Antigone lavorerà perché nel 2015 ciò avvenga. Per questo è importante sostenere l'Associazione" Patrizio Gonnella
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Più di un anno fa è stata approvata la Legge che istituiva il Garante Nazionale dei diritti delle persone detenute o comunque private della libertà. Si tratta di un organismo che esiste in tantissimi Paesi democratici e richiesto dalle Nazioni Unite. Nei giorni scorsi, intervenendo alla Camera dei Deputati in occasione della relazione annuale sull’amministrazione della giustizia, il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha ribadito che presto verrà nominato il Garante.
Auspichiamo che questa nomina sia nel segno della competenza, dell’esperienza, dell’impegno civico a sostegno dei diritti delle persone private della libertà, e che a ricoprire questo incarico sia chiamata una persona esperta in diritti umani così come la legge richiede.
Abbiamo valutato positivamente quanto in materia penitenziaria il Ministro Orlando ha illustrato in Parlamento in occasione della relazione annuale sull’amministrazione della giustizia. Sicuramente significativa è la decrescita della popolazione detenuta rispetto allo scorso anno. Continua tuttavia ad essere assolutamente necessario si continui a lavorare per un innalzamento della qualità della vita negli istituti di pena.
Nei giorni scorsi, insieme a Luigi Manconi (Senatore, Presidente della Commissione straordinaria per la promozione e la tutela dei Diritti Umani ) e a Franco Corleone (Garante dei Detenuti della Regione Toscana) avevamo lanciato una petizione affinché si giungesse in tempi rapidi alla nomina del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà, istituto previsto con una legge approvata nel dicembre 2013 e fortemente richiesto dalle Nazioni Unite.
A tal proposito, ricordando che la nostra associazione da ormai decenni si occupa di diritti e garanzie nel sistema penitenziario, Antigone propone che a ricoprire questo ruolo sia Stefano Anastasia, ricercatore in filosofia del diritto all’Università di Perugia, grande esperto e conoscitore del sistema penitenziario, fondatore dell’associazione stessa, promotore del Difensore Civico dei detenuti di Antigone che dal 2008 ha seguito migliaia di casi.