Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione, si è detto indignato per la condanna inflitta all'Italia in merito alle torture della Diaz (qui le dichiarazioni).
Questa di seguito la nostra risposta.
Ad essere indignato non dovrebbe essere Cantone ma i cittadini italiani, sia quelli che per ottenere giustizia si sono dovuti rivolgere alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo invece che ai tribunali del loro paese, sia tutti gli altri che si trovano a vivere in un Paese che, dopo oltre 26 anni, non rispetta gli impegni assunti con le Nazioni Unite dando seguito alla ratifica della convenzione contro la Tortura.
COMUNICATO STAMPA - Da qualche settimana il Comune di Torino ha bandito il concorso per la nomina del Garante dei diritti per le persone private della libertà, in seguito alla scadenza del quinquennio in cui l’attuale garante Maria Pia Brunato ha ben operato nell’ambito di un ruolo delicato e prezioso per l’effettiva tutela dei diritti garantiti formalmente dal nostro ordinamento.
Si tratta di un ruolo ancor più rilevante con la prossima nomina del Garante nazionale che dovrà avvalersi della rete dei garanti locali al fine di assicurare una sua maggiore incisività operativa, in una materia in cui è essenziale il continuo monitoraggio sul territorio delle pratiche di restrizione della libertà.
Ieri mattina Antigone ha scritto ai Senatori chiedendo che facciano presto ad approvare il disegno di legge per l'introduzione del reato di tortura nel codice penale.
Vi invitiamo a fare altrettanto copiano il testo che trovate di seguito e inviandolo ai componenti della Commissione Giustizia del Senato: http://www.senato.it/leg/17/BGT/Schede/Commissioni/0-00002.htm
Gentile Senatore,
l’Italia ha ratificato la Convenzione Onu contro la tortura nell’oramai lontano 1988. Nonostante gli obblighi cogenti presenti all’interno del Trattato delle Nazioni Unite il nostro Paese non ha ancora il delitto di tortura nel codice penale.
COMUNICATO STAMPA - Un caso di ingiustizia e disumanità dell’attuale legge sulle droghe. “Subito una nuova legge” dichiara Patrizio Gonnella, presidente dell’associazione Antigone.
Lo scorso 13 aprile un giovane romano di 25 anni ha subito una condanna a un anno di carcere per avere coltivato erba per finalità terapeutica.
Orfano di padre all’età di 12 anni si è ritrovato con una madre affetta da gravi patologie (hiv, epilessia farmacorestistente, depressione, cirrosi, altro). Il medico ha prescritto alla mamma derivati cannabinoidi. Lui non è ancora riuscito ad ottenere per vie legali. Così ha deciso di alleviare i dolori della mamma producendola a casa.
Detenuto italiano che vive con la bombola d’ossigeno ed è in gravi condizioni di salute rischia l’estradizione in Albania. Antigone chiede di sospendere l’esecuzione del provvedimento
Paolo Iodice, detenuto presso la casa circondariale di Regina Coeli a Roma, rischia l’estradizione in Albania dove deve scontare una pena di quattro anni perché ritenuto colpevole dei reati di traffico di veicoli e falso documentale. Il suo stato di salute è tuttavia molto grave e l’esecuzione del provvedimento di estradizione potrebbe provocare danni irreversibili. Per tale motivo Antigone ha chiesto alle autorità italiane di sospendere il provvedimento a tutela della sua salute e della sua stessa vita.
Durante la conferenza stampa di presentazione del nostro XI Rapporto sulle condizioni di detenzione è intervenuta anche la figlia del signor Muhammad Iqbal. Alcuni mesi fa, alla soglia dei suoi cinquantasette anni, è stato portato nel carcere romano di Rebibbia per scontare una condanna a oltre nove anni di carcere. Il signor Muhammad è stato condannato per reati riguardanti un traffico internazionale di stupefacenti commessi nel lontano 1996. Iqbal Muhammad è entrato in carcere per scontare una pena a distanza di 19 anni dai fatti. Che valore può mai avere tale pena?
Nella prossima dichiarazione dei redditi puoi donare il 5 per mille ad Antigone Onlus. Una scelta che per te non ha alcun costo ma che per noi può fare molto: infatti se il 5 per mille non viene devoluto ad una Associazione viene ripreso dallo Stato.
Perché donare il 5 per mille ad Antigone ONLUS:
“La Camera ieri in tarda serata ha approvato il disegno di legge diretto all’introduzione del delitto di tortura nel codice penale e questa è una buona notizia. Dunque si giunga subito all’approvazione in via definitiva del testo per evitare altre condanne sul piano internazionale.
Ora la palla passa al Senato che speriamo faccia non presto ma prestissimo. Non vogliamo che si riapra un dibattito infinito e pretestuoso il quale potrebbe decretare ancora una volta la morte del testo, sacrificato nel gioco del ping pong parlamentare.
Antigone, insieme a tante altre associazioni, aveva raccolto decine di migliaia di firme intorno a una proposta che riproduceva il testo Onu. In 24 ore la nostra petizione su change.org ha raccolto più di 45 mila firme. Il testo approvato alla Camera non lo riproduce fedelmente ma oggi prioritario è avere una legge. Spetterà poi ai giudici applicarla.
Nei casi delle violenze a Sassari, Napoli, Diaz, Bolzaneto, Asti avrebbe aiutato le vittime ad avere giustizia. Sappiamo che la questione della tortura è principalmente questione culturale degli operatori della giustizia e della sicurezza”.