Antigone/Depenalizzazione cannabis: il provvedimento non avrà alcun impatto su carceri e vite. Bisogna depenalizzare la coltivazione per uso personale
È stato approvato stamattina il “pacchetto depenalizzazione” che, tra le varie misure, prevedeva anche la coltivazione di cannabis a scopo terapeutico, provvedimento al centro del dibattito negli scorsi giorni.
Tuttavia questa depenalizzazione interessa solo la violazione dell’autorizzazione alla coltivazione a scopo scientifico o per la produzione di farmaci a base di cannabis. Non avrà quindi alcun impatto sulla condizione delle carceri né, tantomeno, su quella delle tante persone che si curano già oggi con la cannabis terapeutica, autocoltivandola, con tutte le conseguenze penali del caso, come ci raccontano storie di attualità.
Lo scorso 23 novembre lo Stato italiano ha offerto 45.000 euro ciascuno a due detenuti che, con l’aiuto di Antigone e di Amnesty International, erano ricorsi alla Corte di Strasburgo per non aver avuto giustizia in Italia riguardo alle violenze brutali da loro subite in anni passati nel carcere di Asti. Oggi il governo torna a offrire la stessa cifra per il medesimo motivo, una compensazione amichevole che chiuda la questione ed eviti di arrivare a una sentenza europea.
Come si trattasse di zucchine o patate: 45.000 euro al chilo per un po’ di tortura a buon mercato. Adesso questo denaro il ministero degli Esteri lo offre alle vittime delle violenze commesse durante il G8 genovese del 2001 nella caserma di Bolzaneto, che sono ricorse a Strasburgo ancora per l’incapacità italiana di punire i torturatori. Un evento che ha segnato la storia d’Italia, quella ‘macelleria messicana’ che ha scosso il mondo, sottratta alla giustizia e alla pubblicità dei tribunali e trattata a suon di compravendita.
"Abbiamo voluto tradurre le nuove regole penitenziarie delle Nazioni Unite dette anche Mandela Rules. Tra non molto saranno ufficialmente adottate dall'Assemblea generale Onu. Si tratta di norme non vincolanti per gli Stati membri ma ricche di standard che i governi dovranno nel tempo rispettare.
La dimensione sovranazionale aiuta quella interna a fare passi in avanti nella cultura di una pena che non sia solo punizione. Per questo è importante che siano conosciute e diffuse.
Ringraziamo Dla Piper per la traduzione delle Mandela Rules".
Patrizio Gonnella, Presidente di Antigone
Il 22 dicembre u.s. all'interno del carcere Pagliarelli di Palermo si è suicidato un detenuto di 64 anni del reparto Laghi, un reparto a vigilanza dinamica.
Il giorno successivo, durante la visita all’interno del reparto che ospita le detenute del cardinale Lorefice - che ha portato loro una parola di conforto - si è consumato un tentativo di suicidio tramite impiccagione.
“C’è un diffuso disagio nel carcere Pagliarelli, disagio da me avvertito anche durante la visita che ho effettuato nel mese di Ottobre. Scarsissima la presenza di psicologi, pochissime ore mensili a disposizione per centinaia di detenuti" dichiara Pino Apprendi, presidente di Antigone Sicilia.
"Non si può “archiviare” tutto con estrema semplicità e disinvoltura.Chiediamo al Ministro Orlando di avviare una indagine su quanto accade in questo carcere, partendo dai fatti odierni e dal numero dei casi di detenuti in isolamento in questo anno”, conclude Apprendi.
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Alcuni giorni fa abbiamo dato la notizia della composizione amichevole che il Governo italiano ha offerto a due ex detenuti torturati nel carcere di Asti.
Con questa timeline ripercorriamo quella vicenda che è anche solo l'ultima, in ordine di tempo, dimostrazione di quanto è urgente approvare una legge che punisca la tortura nel nostro Paese.
IL CASO DI DUE DETENUTI TORTURATI AD ASTI NEL 2004 DAVANTI ALLA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI UMANI: IL GOVERNO PRONTO A RISARCIRE LE VITTIME
Nella mattina del 19 novembre il presidente regionale dell’Ass.ne Antigone, avv. Salvatore Braghini, è intervenuto nella V Commissione del Consiglio regionale - Salute, Sicurezza sociale, Cultura, Formazione e Lavoro alla presenza del Presidente dr. Mario Olivieri e dei consiglieri presenti, al fine di illustrare le criticità rilevate durante le visite nelle carceri abruzzesi, dove ha svolto, in qualità di osservatore accreditato dal Ministero di Giustizia, un’accurata indagine sulle condizioni dei detenuti, con particolare attenzione alla verifica del sovraffollamento, delle dimensioni delle celle in ragione del numero dei detenuti, delle condizioni igienico-sanitarie, delle attività trattamentali, del sistema di vigilanza.
COMUNICATO STAMPA - “La Regione Lazio non ha mai proceduto alla nomina del Garante dei detenuti. La carica è vacante da molti mesi - dichiarano Patrizio Gonnella presidente di Antigone e Roberto Crea, Segretario Regionale di Cittadinanzattiva - nonostante vi sia stato un bando e nonostante la nomina era nelle scorse settimane all’ordine del giorno del consiglio regionale del Lazio".
"Nei 14 istituti penitenziari del Lazio vi sono 5.729 detenuti (dati aggiornati al 31 ottobre del 2015) rispetto ai 5.272 posti regolamentari. Vanno assicurati i loro diritti, in primo luogo quello alla salute che dipende direttamente dalle ASL laziali.