Comunicato Stampa - IN CAMPO PER GIULIO REGENI. CILD, ANTIGONE E AMNESTY INTERNATIONAL ITALIA PROMUOVONO UNA SERIE DI INIZIATIVE PER CHIEDERE LA VERITÀ PER IL RICERCATORE UCCISO AL CAIRO
In campo per chiedere Verità per Giulio Regeni. Il 3 aprile saranno due mesi da quando il corpo del giovane ricercatore italiano venne trovato senza vita al Cairo. In questi due mesi non sono stati fatti passi avanti significativi per fare luce sulle responsabilità del rapimento, le torture e l’uccisione di Giulio.
Il 25 gennaio scomparve al Cairo Giulio Regeni. Dopo pochi giorni il giovane ricercatore italiano fu trovato morto e sul suo corpo erano evidenti i segni delle torture.
“Noi vogliamo tenere alta l’attenzione su questa vicenda” dichiara Patrizio Gonnella, presidente di Antigone e CILD. “Dopo due mesi siamo lontani da qualcosa che assomigli alla cooperazione giudiziaria. L’impegno del Presidente egiziano Al-Sisi non ha prodotto fatti concreti. Siamo fermi e cresce pericolosamente il rischio dell’impunità”.
Per questo motivo Antigone e CILD lanciano, per il 25 marzo – a due mesi dal rapimento di Regeni – una mobilitazione online.
Cara amica e caro amico,
nel 2016 Antigone ha compiuto 25 anni. Le cose fatte nel corso di questo quarto di secolo per difendere i diritti di tutti – dentro e fuori le carceri – sono davvero tante ed importanti.
A tutela della nostra indipendenza non accettiamo finanziamenti pubblici.
Per questo motivo il supporto delle persone che condividono i nostri valori e le nostre battaglie è da sempre fondamentale e necessario.
Non si può fermare la primavera e noi continueremo ad impegnarci affinché la primavera dei diritti non ceda mai il posto all'inverno di chi vorrebbe negarli o tornare indietro.
Aiutaci a farlo. Sostienici con il tuo 5x1000 e invita i tuoi amici a fare lo stesso.
Cosa abbiamo fatto finora grazie al tuo 5x1000
COMUNICATO STAMPA - Antigone e Forum Droghe intervengono sui recenti controlli antidroga nelle scuole a Bologna
Vogliamo parlare delle scuole. Da anni ormai i progetti di comunità intesi come prossimità, informazione ed educazione sono stati ridotti o trascurati per lasciare spazio ad interventi sulla “legalità” da parte delle forze dell’ordine, “legalità” intesa anche come prevenzione al consumo e traffico di stupefacenti.
In un Istituto magistrale a Bologna, il direttore didattico, di fronte alle problematiche relative al consumo degli studenti, ha pensato bene di far intervenire in classe le forze dell’ordine e lo spettacolo, a nostro avviso osceno, è stato garantito: perquisizioni e dimostrazioni di potere e forza muscolare sui ragazzini a cui sono seguite perquisizioni a casa e provvedimenti sul penale. Stupisce che questo direttore scolastico non abbia segnalato prima questi problemi, non abbia convocato i genitori, non abbia pensato a far riferimento all’AUSL, visto che ogni anno viene redatto un “catalogo” sull’educazione alla salute in cui sono inclusi interventi nelle classi.
Antigone/Tortura. Asti: CEDU rifiuta la composizione del Governo. Si andrà a sentenza.
La Corte europea dei diritti umani ha respinto la richiesta del Governo di composizione amichevole nel caso dei due detenuti torturati nel carcere di Asti, decidendo di andare a giudizio e valutare nel merito la questione.
Il caso ebbe inizio nel 2004 quando i due detenuti vennero denudati, condotti in celle di isolamento prive di vetri nonostante il freddo intenso, senza materassi, lenzuola, coperte, lavandino, sedie, sgabello. Gli venne razionato il cibo, impedito di dormire, furono insultati e sottoposti nei giorni successivi a percosse quotidiane anche per più volte al giorno con calci, pugni, schiaffi in tutto il corpo e giungendo, nel caso di uno dei due, a schiacciargli la testa con i piedi.
Cannabis/Antigone. La Consulta rigetta il ricorso sulla coltivazione ad uso personale. Le dichiarazioni di Patrizio Gonnella, presidente di Antigone
La Corte Costituzionale ha oggi respinto il ricorso in merito al trattamento sanzionatorio per la coltivazione della cannabis per uso personale. Con questa decisione si conferma la disparità tra chi autocoltiva, rischiando una condanna penale, e coloro che acquistano dal mercato nero, per i quali è prevista una sanzione amministrativa.
Nell'attesa di leggere le motivazioni della sentenza la via maestra è quella legislativa. Vogliamo un Parlamento e un Governo che sulla scia degli Stati Uniti cambino la politica sulle droghe e vadano verso la decriminalizzazione, la depenalizzazione e la legalizzazione.
Solo così avremo meno consumi e garantiremo il diritto alla salute, togliendo potere e soldi alle mafie. Soldi da poter reinvesitere nel welfare.
Roma, 09/03/2016
Droghe/Antigone. Domani la Corte Costituzionale si dovrà pronunciare sulla coltivazione ad uso personale. Gonnella: "Ci auguriamo favorisca un cambio di politiche"
Domani la Corte Costituzionale sarà chiamata a pronunciarsi sul fatto che alcune condotte propedeutiche al consumo di cannabis, relativamente alla coltivazione ad uso personale, saranno o meno ancora reato. La questione nasce dalla Corte di Appello di Brescia che, con una propria ordinanza, ha posto alla Corte Costituzionale «la questione di legittimità costituzionale delle disposizioni dell'art. 75 D.P.R. n. 309/90, nella parte in cui escludono tra le condotte suscettibili di sola sanzione amministrativa, qualora finalizzate al solo uso personale dello stupefacente, la condotta di coltivazione di piante di cannabis, in relazione ai principi di ragionevolezza, uguaglianza e di offensività, quali ricavabili dagli artt. 3, 13, comma secondo, 25, comma secondo e 27, comma terzo, Carta Cost.».
Regeni. Antigone e CILD: autorità italiane pongano in essere atti di maggiore impatto politico
Un mese fa veniva ritrovato il corpo senza vita di Giulio Regeni. Ad un mese di distanza la verità sulla morte del ricercatore italiano è ancora lontana dal venire alla luce. Le autorità egiziane hanno più volte dato versioni a cui è difficile credere, soprattutto dalle evidenze che il corpo martoriato di Giulio porta con sé. Si è parlato di un incidente d’auto, poi di un collega invidioso, di un'amante tradita, di uno spacciatore di droga non pagato. Per ultima l’ipotesi del terrorismo internazionale che, per minare i rapporti tra Italia ed Egitto, avrebbe scelto Giulio come vittima.
Quello che sappiamo di certo è che Giulio è stato torturato, forse per avere da lui delle informazioni. Secondo il medico che avrebbe eseguito l’autopsia – smentito dalla procura che sta seguendo l’indagine – con il metodo dei “servizi egiziani”.
Wind/Antigone. Fuori luogo la campagna Wind con il richiamo alla tortura. Venga ritirata. Dichiarazione di Patrizio Gonnella, presidente di Antigone
La nuova pubblicità della Wind Telecomunicazioni – protagonisti gli attori Giorgio Panariello e Giovanni Esposito – con il suo richiamo alla tortura è totalmente fuori luogo.
La tortura è un crimine contro l’umanità, uno dei più orrendi. Per questo crediamo che usare il tema con “leggerezza” non aiuti, anzi ostacoli l’impegno che da decenni mettiamo in campo per i diritti umani e contro la tortura stessa. In molti paesi la tortura viene praticata, compresa l’Italia dove da quasi un trentennio aspettiamo una legge che la punisca. In queste ore e questi giorni stiamo piangendo la scomparsa di Giulio Regeni, nostro connazionale, ucciso in Egitto dopo essere stato brutalmente torturato.
La barbarie è l’unico volto della tortura, per questo chiediamo alla società Wind Telecomunicazioni di ritirare immediatamente la propria pubblicità.
Abu Omar/Antigone: il suo caso ci ricorda quanto sia reale la tortura, che in Italia non è ancora punita
“L’Italia consegna persone a paesi dove vengono torturati ma non estrada chi partecipò a sessioni di tortura ai paesi che li vorrebbero giudicare” dichiara Patrizio Gonnella, presidente di Antigone.
Il riferimento è ad un doppio caso che riguarda il nostro Paese. Da una parte quello di Franco Reverberi, sacerdote italoargentino accusato di aver preso parte alle sessioni di torture avvenute durante la dittatura di Videla e per il quale l’Argentina ha chiesto l’estradizione al nostro Paese. Richiesta rifiutata poiché, non essendo l’Italia dotata di un reato che punisca la tortura, non è possibile estradare persone accusate per questa fattispecie.
Dall’altro il caso di Abu Omar, rapito in Italia in un’operazione di ‘extraordinary rendition’ e continuata con il suo trasferimento all’estero dove fu sottoposto a tortura e maltrattamenti. Un caso su cui il nostro paese è stato condannato oggi dalla Corte Europea dei Diritti Umani a risarcire l’Imam con 70mila euro (più 15 mila euro alla moglie per danni morali).