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Corte Strasburgo condanna Italia, maltrattata donna da vigili. Gonnella, indecente e costoso continuare a violare diritti umani

Corte-Europea-dei-Diritti-dellUomo-facciata-2ROMA  (ANSA) - ROMA, 12 OTT - La Corte europea dei diritti umani ha condannato l'Italia per i maltrattamenti subiti da una donna da parte di alcuni agenti della polizia municipale di Benevento. Strasburgo ha stabilito che le indagini sul fatto denunciato da Tiziana Pennino, nell'aprile del 2013, non sono state approfondite e chiuse nell'ottobre 2014 nonostante l'opposizione della donna. Tiziana Pennino, 43 anni, vive a Benevento.

Nel pomeriggio del 2 aprile 2013 viene fermata in auto da una pattuglia della polizia municipale di Benevento che sospetta la donna guidi in stato di ebbrezza. Pennino nella denuncia racconta di essere stata trascinata fuori della sua auto, di essere stata portata alla stazione di polizia comunale dove un ufficiale ha iniziato a redigere un rapporto per guida sotto effetto dell'alcol. Le sarebbe stata negata la possibilità di utilizzare il telefono e quando la donna ha provato a prendere la cornetta un ufficiale presente nella stanza l'avrebbe colpita e le avrebbe torto le braccia dietro la schiena ammanettandola. Alle urla della donna l'ufficiale avrebbe rimosso le manette in modo violento, fratturandole il pollice e causando lesioni ai polsi. La versione degli agenti era stata invece che la Pennisi, ubriaca, si era rifiutata di fare l'alcol test per poi aggredirli sia verbalmente che fisicamente. Rapporti medici di due ospedali, dove la donna si è recata lo stesso giorno dopo aver lasciato la stazione di polizia hanno rilevato la frattura del pollice e lesioni traumatiche su diverse parti del suo corpo. L'inchiesta scaturita dalla denuncia della donna è finita con un non luogo a procedere, decisione confermata dal giudice per le indagini preliminari nell'ottobre dello stesso anno.

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I governi finanzino lo studio globale sui bambini privati della libertà

global-studyNel 2016, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha chiesto al Segretario Generale di commissionare il Global Study on Children Deprived of Liberty- GSCDI (Studio Globale sui Bambini Privati ​​della Libertà). Il GSCDI rappresenta un'occasione storica per migliorare la vita di milioni di bambini privati ​​della loro libertà e, in generale, un importante strumento per promuovere la protezione dei bambini a livello globale.   

I bambini privati della libertà sono esposti a maggiori rischi di abuso, violenza, discriminazione sociale e negazione dei loro diritti civili, politici, economici, sociali e culturali. Il GSCDL farà luce sulle condizioni dei bambini costretti in queste condizioni. In particolare, raccoglierà il maggior numero di dati quantitativi sul numero di bambini privati ​​della libertà (suddivisi per età, sesso, origine etnica, sociale e nazionale, disabilità e altri motivi), identificherà le buone pratiche e formulerà raccomandazioni per l’adozione di misure efficaci per prevenire le violazioni dei diritti umani dei bambini in detenzione e, in generale, per tentare di ridurre il numero di bambini privati ​​della libertà. 

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Risoluzione del Parlamento Europeo chiede di ridurre il sovraffollamento

plenary session“È molto importante che arrivi una indicazione forte dal Parlamento Europeo a fermare le politiche tendenti all’internamento di massa”. Lo dichiara Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, a seguito della risoluzione votata giovedì scorso dai deputati europei. 

“È importante - prosegue Gonnella - questo messaggio contro il sovraffollamento che si sostanzia anche nella richiesta di un maggiore investimento in pene e misure alternative alla detenzione”. 

Passaggio importante della risoluzione è quello in cui si richiama il rischio che condizioni degradate di detenzione e il sovraffollamento possono avere nel favorire la radicalizzazione. Per contrastarla, sottolinea il documento approvato, è invece necessario adottare una politica fondata sul rispetto dei diritti dei detenuti. 

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Regina Coeli. Rinvio a giudizio per il suicidio di Valerio Guerrieri. Le dichiarazioni di Patrizio Gonnella (Antigone)

regina coeliA febbraio scorso Valerio Guerrieri, un ragazzo di 22 anni, si è suicidato nel carcere di Regina Coeli. Oggi è uscita la notizia della richiesta di rinvio a giudizio, da parte della Procura di Roma, per due poliziotti penitenziari, rei di aver tardato di qualche minuto il controllo di Valerio, soggetto considerato a rischio suicidario.   

Sul caso interviene Patrizio Gonnella, presidente dell’Associazione Antigone, che fin dall’inizio - contattata dalla madre del ragazzo - sta seguendo il caso. 

“L’unica cosa che non vorremmo da tutta questa inchiesta è che si vada alla ricerca di capri espiatori e che tutto si risolva in una questione di mancata sorveglianza. Non è con un controllo esasperato, né privando i detenuti di magliette, cinte o lenzuola che si può risolvere la questione suicidi. Il rischio, anzi, è quello di rendere la vita del detenuto ancora più faticosa e difficile di quella che già è.

Nello specifico della questione di Valerio Guerrieri c’è da capire perché il ragazzo fosse in carcere e se vi fossero tutti i titoli per trattenerlo in custodia. Questo è il punto che più ci interessa della questione. Valerio aveva problemi di carattere psichiatrico, per questo era stato ricoverato in una Rems dal quale era scappato. Persone come lui non si possono curare dietro le sbarre, le si cura affidandole al sostegno medico, sociale, psicologico dei servizi del territorio. 

Questo andava fatto anche con questo ragazzo”.

ROMA, 03/10/2017

Sport e integrazione. Dal carcere di Rebibbia Atletico Diritti lancia la sua sfida per la nuova stagione

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Nuove maglie, nuovi sponsor, una nuova disciplina con cui confrontarsi, ma lo stesso obiettivo: utilizzare lo sport come strumento di integrazione.  

Si possono riassumere così i temi trattati nell’incontro di oggi nel carcere di Rebibbia Nuovo Complesso, durante il quale è stata presentata la stagione 2017/2018 della Polisportiva Atletico Diritti, nata dall’iniziativa di Antigone e Progetto Diritti, due associazioni che da oltre venti anni si occupano rispettivamente di giustizia e migranti, con il sostegno dell’Università Roma Tre.  

Per la quarta volta, la squadra di calcio dell’Atletico Diritti scenderà in campo nella Terza Categoria del Lazio. I calciatori sono studenti, migranti e persone in esecuzione penale. Interamente rinnovata la divisa da gioco, che per la prima volta vede apposto il logo di Banca Etica, sostenitrice della squadra.  

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1000 € al mese ai detenuti che lavorano? Patrizio Gonnella risponde a Sappe e Lega Nord

16803772605 cec3e15211 oA chi, politico o sindacalista, si indigna della rivalutazione della misera retribuzione, che per pudicizia il legislatore chiama mercede, concessa ai detenuti per le loro altrettanto poche e misere ore di lavoro dequalificato che svolgono all'interno di un carcere, mi sentirei di rispondere così: a) era più o meno dai tempi della lira che non c'era un adeguamento della mercede ai costi della vita. Nel frattempo è successo di tutto;

a) l'adeguamento è il frutto di un lungo contenzioso con le Corti italiane ed europee;

b) il lavoro se non è retribuito allora è forzato e i lavori forzati sono un retaggio di un passato autoritario. Negli Stati Uniti, dove ancora in alcune galere private si lavora con le palle al piede, le guardie sono dipendenti di società private. Per cui starei attento a evocare modelli che poi toglierebbero posti di lavoro pubblici. Che ne pensano gli iscritti ai sindacati autonomi di Polizia penitenziaria? Coerenza fino in fondo ci vuole;

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Il rapporto del CPT è in linea con quanto abbiamo denunciato negli ultimi mesi. Necessario riprendere la strada delle riforme

carcereinsideUna situazione di sovraffollamento penitenziario che persiste e ha ricominciato a crescere dopo l’importante flessione registrata nel post-Torreggiani, carceri con ampie carenze strutturali e che necessiterebbero di interventi di ristrutturazione, alcuni casi di violenza sui detenuti, persone in custodia della polizia che non sempre beneficiano dei loro diritti. È questa parte della situazione che emerge nel rapporto del Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura (CPT) che, nell’aprile del 2016, ha visitato alcune carceri italiane e altri luoghi di privazione della libertà.  

Secondo il rapporto, nel periodo successivo alla sentenza Torreggiani con la quale la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo aveva condannato l’Italia per trattamenti inumani e degradanti, c’era stata una importante stagione di riforme nell’ambito penitenziario che aveva portato ad avere in breve tempo circa 11.000 detenuti in meno e recuperare 2.500 posti. Tuttavia questa diminuzione si è interrotta nel 2016 con i numeri che hanno ricominciato a salire. Attualmente il 16% della popolazione vive in meno di 4 mq, non lontano dal parametro minimo che è fissato a 3 mq. Proprio su questo parametro il CPT critica l’Italia, rea di utilizzare lo stesso come elemento centrale delle proprie politiche, quando è nettamente al di sotto degli standard che lo stesso Comitato indica.  

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Regeni, nessuna novità dall'audizione del ministro Alfano. Resta nostra contrarietà a ritorno ambasciatore

Giulio-RegeniCOMUNICATO STAMPA - "Le parole pronunciate oggi dal ministro degli Esteri Alfano non contengono alcuna novità significativa, relativamente al caso di Giulio Regeni, tale da giustificare il ritorno dell'ambasciatore italiano al Cairo". A dirlo è Patrizio Gonnella, presidente di Antigone e della Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili (CILD), in merito all'audizione in Parlamento sul caso del ricercatore ucciso in Egitto e il ripristino dei rapporti politici tra questo paese e l'Italia.  

"Alfano - prosegue Gonnella - ha sottolineato ancora una volta quanto detto alla vigilia di ferragosto, quando il governo aveva annunciato il nuovo invio dell'ambasciatore, sul fatto che la presenza dell'ambasciatore garantirà una azione più incisiva di pressione sulle autorità giudiziarie egiziane affinché collaborino con quelle italiane. Se così fosse - sottolinea il presidente di Antigone e CILD - lo stesso governo dovrebbe fare un mea culpa per averlo ritirato quasi un anno e mezzo fa".

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Caso Regeni. Sul ritorno dell'Ambasciatore italiano in Egitto le dichiarazioni di Patrizio Gonnella (presidente Antigone e CILD)

Regeni sit inCOMUNICATO STAMPA - Ritirato dall'Egitto come strumento di pressione affinché il governo di Al-Sisi collaborasse per ottenere la verità sui colpevoli del rapimento, delle torture e dell'uccisione di Giulio Regeni, l'Ambasciatore italiano tornerà al Cairo.  

Come nella peggiore tradizioni italiana, a cavallo di ferragosto, si prende una decisione così fondamentale su un caso che da oltre un anno e mezzo vede impegnata la famiglia del ricercatore, i suoi legali e grande parte della società civile italiana in questa richiesta di giustizia.  

Stando al ministro degli Esteri Alfano il ritorno dell'ambasciatore sarà uno strumento in più per le autorità italiane nel ricercare questa verità. Se così fosse il governo allora dovrebbe fare un mea culpa per averlo ritirato nell'aprile 2016. La verità è che da tempo si cercava una normalizzazione nei rapporti tra Italia ed Egitto, importante partner commerciale ed economico del nostro paese. Una normalizzazione che andasse oltre alle violenze commesse dal regime di Al-Sisi e oltre alla ricerca dei colpevoli per la morte di Giulio Regeni.  

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Inizia una nuova stagione per l'Atletico Diritti. Dai campi di periferia al Camp Nou per l'inclusione dei rifugiati

12800382 537823293057545 4337168250578402130 nInizia ufficialmente la quarta stagione dell'Atletico Diritti, la squadra di calcio cui Antigone e Progetto Diritti hanno dato vita nel giugno del 2014. Ieri abbiamo presentato la richiesta di iscrizione al campionato di Terza Categoria del Lazio.

Un anno in cui speriamo di poter avere in campo con noi anche i tanti ragazzi rifugiati che, fino alla passata stagione sportiva, potevano solo allenarsi senza partecipare alle partite ufficiali a causa dei regolamenti della Federazione.  

Un tema questo che ci sta particolarmente a cuore, essendo quello dell'inclusione e della lotta al razzismo attraverso lo sport una delle ragioni fondanti dell'Atletico Diritti.

Nell'ottobre dello scorso anno abbiamo presentato un dossier sulle discriminazioni nel calcio dove raccontavamo gli ostacoli burocratici e formali che venivano posti ai cittadini stranieri. Abbiamo inoltre aderito a "We Want To Play". Nell'ambito di questa campagna promossa da numerose realtà calcistiche popolari italiane abbiamo scritto nei giorni scorsi agli organi competenti affinché venga modificato il regolamento Noif al comma 1.1. (punti B e C) dell'art. 40.  

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