Free cookie consent management tool by TermsFeed Policy Generator News

Il falso garantismo visto dalle carceri

8196430273 ed1ae333e8 odi Patrizio Gonnella su il manifesto dell'11 luglio 2023

Negli ultimi giorni si sono riaccesi i riflettori intorno al rapporto tra giustizia e politica. Abbiamo ascoltato le stesse parole che hanno tristemente caratterizzato il dibattito pubblico a partire dall’ingresso nello spazio pubblico di Silvio Berlusconi. Il garantismo è una teoria giuridico-costituzionale troppo seria per essere vilipesa, violentata, strumentalizzata da chi ha costruito un modello repressivo di massa. Chiunque abbia sostenuto che andasse criminalizzata la solidarietà verso i migranti si trova agli antipodi della teoria garantista. Chiunque non lotti per bandire la tortura dalle nostre caserme e prigioni non potrà mai definirsi garantista. Chiunque si adoperi per neutralizzare i processi in corso per tortura nelle aule di giustizia italiane, pensando di abrogare o modificare la legge del 2017 che aveva finalmente introdotto il crimine nel codice penale italiano, non ha diritto a usare per sé stessi la parola garantista. 

Chiunque non si preoccupi dell’habeas corpus o delle condizioni degradate di vita negli istituti penitenziari non è un garantista. 

Leggi tutto...

"Finestra sul carcere". Il 2° Rapporto di Antigone Emilia-Romagna sulle carceri regionali

rapporto ant emiliaOggi Antigone Emilia-Romagna ha presentato il II Rapporto regionale, “Finestre sul carcere”, frutto dell’attività dell’Osservatorio dell’articolazione emiliano-romagnola dell’Associazione. Sono passati cinque anni dalla precedente edizione del rapporto regionale sulle condizioni di detenzione in Emilia-Romagna e, sebbene il comparto carcerario operi in condizioni di perenne emergenza, il quinquennio trascorso spicca per la sua problematicità. La crisi pandemica ha sottoposto il sistema penitenziario nazionale a sfide gestionali rilevantissime. Gli istituti emiliano-romagnoli, poste le misure emergenziali introdotte nella primavera 2020 per limitare gli effetti di contagio al loro interno, hanno prodotto scenari adattivi e reattivi differenziati. Inoltre, la Regione è stata investita in maniera drammatica dall’esplosione delle rivolte, a Bologna, Ferrara, Reggio Emilia e, soprattutto, Modena. 

In questo rapporto Antigone Emilia-Romagna ha dato conto dello stato attuale dei dieci istituti della Regione, a fronte delle crisi che hanno colpito le carceri a livello nazionale e regionale e a fronte dei riassetti organizzativi in risposta a tali sfide (non da ultimo la circolare sulla media sicurezza, che entrerà a regime in regione a partire da settembre).

Da diversi anni l’osservatorio regionale completa il ciclo annuale delle visite a tutti gli istituti di pena della regione di riferimento, mantenendo così aggiornate le relative schede on-line. Il rapporto, frutto delle visite effettuate nel corso del 2022, propone una lettura trasversale, organizzata per aree tematiche, del comparto carcerario emiliano-romagnolo. Dopo una analisi sistematica dei dati relativi alle condizioni di detenzione in regione, seguiono cinque focus specifici dedicati a: i lasciti della pandemia e lo stato del comparto sanitario, il carcere minorile del Pratello, la detenzione femminile, il diritto all’istruzione in carcere e le difficoltà del rientro in società successivo a un periodo di detenzione. 

Il rapporto è a questo link.

A questo link, invece, la cartella stampa.

Verona, è tortura. Ora il governo non tocchi il reato

FsA33UiXoAIGoUcdi Patrizio Gonnella su il manifesto del 7 giugno 2023

Ci sono due buone notizie nell’inchiesta veronese a proposito delle violenze brutali commesse nella Questura locale. La prima è che ci sono poliziotti i quali, nel solco della legalità e del mandato loro assegnato dalla Costituzione, hanno indagato sui loro colleghi, presunti torturatori. La seconda buona notizia è che ancora possiamo ascoltare la parola tortura nelle stanze dei nostri tribunali. 

Sono trascorsi alcuni mesi da quando Fratelli d’Italia ha presentato una proposta di legge per cancellare il reato di tortura dal nostro codice penale, dove era stato introdotto solo nel 2017, dopo decenni di gravi inadempienze. Fortunatamente la discussione parlamentare non è ancora iniziata. Il reato non è stato ancora cancellato e non è stato neanche modificato, così come auspicato da membri del Governo. 

Avremmo voluto dare una terza buona notizia. Purtroppo, però, questa non si è avverata.

Avremmo voluto scrivere che Giorgia Meloni, contraddicendo sue vecchie dichiarazioni, si fosse assunta l’impegno a non mettere in discussione quella che è una legge di civiltà. Avremmo voluto sentire parole nette contro tortura e razzismo, rassicurando tutti coloro che sono preoccupati da un ritorno alla pre-modernità giuridica. Avremmo voluto sentire parole di ricordo di quei «patrioti» che sono stati torturati nelle carceri fasciste e che hanno contribuito a scrivere l’articolo 13 della nostra Costituzione. 

Queste parole non le abbiamo invece sentite.

Leggi tutto...

Carceri. Rapporto Antigone: “Sovraffollamento, suicidi, violenze. Un 2022 da dimenticare”

Tortura 1080x1350Sono 13 i procedimenti e i processi per violenze e torture – tra quelli attualmente in corso – in cui Antigone è impegnata direttamente con i propri avvocati. Il dato è stato illustrato questa mattina a Roma, durante la presentazione di “È vietata la tortura”, XIX rapporto di Antigone sulle condizioni detenzione. Nonostante l'evidenza che la tortura in carcere esista e solo dal 2017 possa essere perseguita grazie all'approvazione di una legge specifica, dalla maggioranza di centro-destra sono arrivate proposte di abolizione del reato o di modifica dell'articolo 613-bis. Due ipotesi pericolose – ha spiegato Patrizio Gonnella, presidente di Antigone – perché rischierebbero di far saltare i processi attualmente in corso e di lasciare impunito chi si macchia di questo crimine.

Il rapporto di Antigone, che ogni anno fa il punto sullo stato delle carceri italiane, lancia un allarme sul sovraffollamento, un problema ormai endemico del sistema penitenziario, certificato anche dai tribunali di sorveglianza che, solo nel 2022, hanno accolto 4.514 ricorsi di altrettante persone detenute (o ex detenute), che durante la loro detenzione hanno subito trattamenti inumani e degradanti, legate soprattutto alla mancanza di spazi. 

Nel 2022, dai dati raccolti dall'osservatorio sulle condizioni di detenzione di Antigone nelle 97 carceri visitate in tutto il paese, nel 35% degli istituti c'erano celle in cui non erano garantiti 3 mq. calpestabili per ogni persona detenuta. Mentre il tasso di affollamento, al 30 aprile 2023, era pari al 119%, con circa 9.000 persone di troppo rispetto ai posti realmente disponibili. In alcune regioni la situazione è ancor più preoccupante. 

Leggi tutto...

Due scioperi della fame nel silenzio generale

8196398253 b323a88bf7 odi Patrizio Gonnella su il manifesto

Il carcere è sofferenza, solitudine, disperazione. È un grande rimosso sociale. Quando se ne parla ci si affida a stereotipi e banalizzazioni. Non possiamo comprendere cosa sia il carcere per chi lo subisce e per chi lo vive solo attraverso le categorie della politica criminale. Il carcere è afflizione. A volte il carcere è morte. Così è stato nel caso dei due detenuti morti nell’istituto di Augusta. A seguito di un lungo sciopero della fame durato 40 e 60 giorni.

Non possiamo che ringraziare Mauro Palma, Garante nazionale delle persone private della libertà personale, per avere sottratto le loro storie all’oblio dove erano state confinate. Poco sappiamo di loro, nulla sapevamo della loro protesta e delle loro rivendicazioni. Sono morti nel silenzio e in silenzio. Sono morti senza avere l’opportunità di essere ascoltati. Non è importante se le loro richieste fossero o meno legittime.

Nel loro caso non si è creato alcun dibattito. Ogni giorno sono alcune decine i detenuti che dichiarano di fare lo sciopero della fame. A volte aggiungono anche lo sciopero della terapia, così mettendo a rischio le loro vite. Capita che lo facciano per piccole questioni di vita penitenziaria o per grandi rivendicazioni di giustizia. Nell’uno o nell’altro caso, nel giusto o nello sbagliato, meritano ascolto. Sempre.

Leggi tutto...

Le carceri ai tempi del fascismo

Adele Bei sito«Coi grandi occhi trasparenti neri, per vedere nell’ombra, stai sotto la lampada e senti il tempo vuoto che ti ingombra». E’ questo l’inizio di una poesia di Carlo Levi, medico, pittore, scrittore arrestato a Torino nel 1934. Al confino a Gagliano scrisse Cristo si è formato a Eboli. E al confino di Ventotene Altiero Spinelli, insieme a Ernesto Rossi, scrisse il Manifesto per un’Europa libera e unita. I fascisti, nonostante la loro smania persecutrice, violenta, vendicatrice, non sono riusciti a togliere la voce, il pensiero critico, la voglia di resistenza a tutti i dissidenti imprigionati. 

Ed è incredibile che a più di novant’anni dall’entrata in vigore del codice Rocco, permeato di sotto-cultura fascista, ancora nei tribunali si applichino quelle norme. Abbiamo ancora in vita un codice penale scritto da un giurista illiberale, la cui retorica forbita non ha mai inteso occultare l’ideologia autoritaria del tempo. Ricordava Pietro Calamandrei che «nell’inasprire il sistema penale e penitenziario, il ministro era ben d’accordo col suo padrone». 

Leggi tutto...

Cospito. Antigone: "demolito ancora un pezzo della ex Cirielli. Ora ci auguriamo il ministro rivaluti il 41-bis per l'anarchico"

cospitoLa sentenza della Corte costituzionale arrivata nella serata di oggi dà ragione alla Corte di assise d'appello di Torino che aveva sollevato questione di legittimità costituzionale dell'art. 69, quarto comma, del Codice penale, che non consente che ai recidivi vengano riconosciute circostanze attenuanti prevalenti sulle aggravanti, in modo da consentire una quantificazione della pena adeguata alla minore gravità del reato in concreto commesso. Il caso riguarda Alfredo Cospito ed un suo attentato del 2006 ad una caserma di Carabinieri nel quale nessuno rimase ucciso o ferito, reato previsto dal Codice Rocco di epoca fascista e per il quale, in assenza della possibile valutazione di circostanze attenuanti, la pena prevista è solo quella dell'ergastolo. 
In merito alla questione di costituzionalità Antigone aveva presentato un Amicus curiae a sostegno delle ragioni esposte nella ordinanza di rimessione.   

"Con la sentenza di oggi la Consulta stabilisce definitivamente che la pena deve corrispondere alla gravità del reato. Non è possibile trattare allo stesso modo casi in cui ci sono morti e casi in cui, invece, non ci sono stati neanche feriti" dichiara Patrizio Gonnella, presidente di Antigone. "Passo passo - sottolinea ancora Gonnella - la legge ex Cirielli, che era obbrobrio giuridico in evidente conflitto con l'articolo 27, è stata demolita. Ci auguriamo che la rideterminazione della pena, a questo punto conseguente, porti anche il ministro della Giustizia Nordio ad una rivalutazione relativa al regime 41-bis in cui Cospito è attualmente detenuto".

Ergastolo ostativo e 41bis, nel frullatore di Report

Muro carceriINFORMAZIONE. Di fronte alla complessità di un’istituzione come il carcere, al dolore delle storie recluse, a questioni che richiederebbero analisi piuttosto che sentenze, ci vorrebbe cautela

di Patrizio Gonnella su il manifesto del 5 aprile 2023

Di fronte alla complessità di un’istituzione come il carcere, al dolore delle storie recluse, a questioni che richiederebbero analisi piuttosto che sentenze, ci vorrebbe cautela. Quella cautela in poenam di cui ha scritto e parlato papa Francesco a proposito dell’uso della galera. Lo scorso lunedì è andata in onda una puntata di Report che trattava di regime 41 bis, di trame nere nelle carceri, di ergastolo ostativo e varie altre cose. Lo spettatore ignaro dei fatti, del diritto, della storia penitenziaria e criminale del paese ne esce sconvolto: sembra, ripeto sembra, a seguito di una ricostruzione palesemente allusiva, che i giudici della Corte di Strasburgo sui diritti umani, i professori di svariate università italiane, i magistrati di sorveglianza (questi ultimi in quanto incompetenti), la ex ministra della Giustizia Marta Cartabia, siano tutti più o meno manovrati, taluni inconsapevolmente, dalla mafia. Una tesi che ha dell’incredibile. Non c’è lo spazio per smontare e confutare buona parte delle cose dette o evocate nel servizio. Mi soffermo su una delle questioni sollevate: l’ergastolo ostativo. 

Leggi tutto...

Tortura. Antigone: "Fratelli d'Italia dalla parte di chi tortura. Meloni dica da che parte sta"

tortura smcv"Voler abrogare questa legge perché esistono i torturatori è al pari del voler abrogare il reato di omicidio perché esistano gli omicidi, il furto perché esistono i ladri". A dirlo è Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, in merito alla proposta di legge avanzata alla Camera dei Deputati da Fratelli d'Italia, il partito della Premier Giorgia Meloni, che mira ad abrogare la legge che punisce la tortura.   

"Dopo la sua introduzione nel codice penale italiano risalente al 2017, quasi trent'anni dopo che l'Italia aveva ratificato la convenzione delle Nazioni Unite, questa legge è stata utilizzata dai magistrati per perseguire le condotte violente che avvengono ai danni di persone sottoposte alla custodia dello Stato. Tutti - ricorda Gonnella - abbiamo ancora davanti agli occhi le immagini di Santa Maria Capua Vetere, definita una mattanza dagli inquirenti, o di San Gimignano (per le quali diversi agenti e 1 medico sono stati condannati). Non avere questa legge significa garantire impunità a queste persone. Oltre 200 sono quelle attualmente indagate, imputate o già condannate per fatti che riguardano torture avvenute nelle carceri italiane". 

"La tortura - prosegue il presidente di Antigone - è un crimine contro l'umanità, uno dei crimini per cui anche la Corte Penale Internazionale può perseguire dittatori e criminali. Voler abrogare la legge, cosa che finora non ha fatto nessun paese al mondo, è un affronto alla legalità, all'intelligenza, alla sicurezza delle persone ed è un'offesa anche per quella grandissima parte delle persone che lavorano nelle forze dell'ordine e sono rispettose dei diritti. Va infine ricordato che proprio per l'assenza di questa legge e quindi per l'impunità garantita ai torturatori, l'Italia fu condannata dalla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo per le torture avvenute nel carceri di Asti, nella caserma di Bolzaneto e nella scuola Diaz". 

"Chiediamo alla Presidente del Consiglio Meloni - conclude Gonnella - di dire come la pensa su questo tema e se per lei sia meglio abolire la tortura come reato o fare in modo che si aboliscano le torture come prassi".

Carceri. Antigone: "il CPT sottolinea cose che ribadiamo da tempo. Il governo metta il carcere tra le priorità"

8196398253 b323a88bf7 o 1Tra la fine di marzo e i primi giorni di aprile del 2022 il Comitato Europeo per la Prevezione della Tortura (CPT) del Consiglio d'Europa ha svolto una visita in Italia dove, tra le altre strutture, ha visitato anche quattro carceri: San Vittore a Milano, l'istituto di Monza, il Lorusso e Cutugno a Torino e Regina Coeli a Roma. "Quello che emerge nel rapporto pubblicato questa mattina - sottolinea Patrizio Gonnella, presidente di Antigone - è in larga parte coerente con la situazione che Antigone denuncia da tempo e che avevamo avuto modo di manifestare durante la consultazione che avemmo con la delegazione, nonché con le proposte che da noi arrivano per una riforma del sistema penitenziario che guardi alla pena come elemento di risocializzazione della persona". 

Innanzitutto, quello che emerge dal report, è la situazione di sovraffollamento strutturale del sistema penitenziario italiano che, al momento della visita degli esperti del CPT, ammontava al 114%. Una situazione per cui il CPT ha ribadito la necessità di adottare una strategia coerente che possa assicurare che la detenzione sia veramente la misura di ultima istanza. "Da tempo Antigone chiede un incremento delle misure alternative, sottolineando come ci siano migliaia di detenuti con pene brevi, che ben potrebbero accedere a percorsi diversi dalla detenzione in carcere. Inoltre, da tempo, chiediamo che su alcuni temi, ad esempio quelli legati alle politiche sulle droghe, si proceda a una serie di depenalizzazioni così da affidare le persone con dipendenze a un percorso di cura e non a un percorso penale e detentivo" dichiara Gonnella. 

Leggi tutto...

Iscriviti alla newsletter
Acconsento al trattamento dei miei dati personali

Rapporto Antigone

Rapporto Annuale

Dona il 5x1000
AntigoneCinquePerMille

Sostieni Antigone
con una donazione