Gentile Ministro,
abbiamo ascoltato, apprezzandole, le Sue recenti dichiarazioni sull’ormai annosa questione del reato di tortura, con particolare riferimento all’assicurazione dell’impegno del Governo affinché questo venga al più presto introdotto. Abbiamo altresì notato come, dopo una lunga sospensione del dibattito, e a quasi due anni dall’approvazione del testo trasmesso dalla Camera dei Deputati, il tema sia stato nuovamente previsto all’ordine del giorno del Senato.
Ci rivolgiamo a Lei chiedendoLe innanzitutto di voler perseguire con determinazione l’obiettivo dell’introduzione di una fattispecie specifica di tortura nel nostro ordinamento. A tal proposito, ci permettiamo di segnalarLe come, a nostro avviso, la definizione contenuta nel testo attualmente oggetto di discussione in Senato presenti diversi elementi problematici, alcuni dei quali la rendono difforme da quanto richiesto dall’attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura, ratificata dall’Italia nel lontano 1989.
Nei prossimi giorni il Parlamento dovrà discutere e convertire i decreti sicurezza e immigrazione proposti dal Ministro dell'Interno Minniti e varati dal Consiglio dei Ministri lo scorso 10 febbraio.
Due decreti che prevedono interventi fortemente restrittivi dei diritti e delle libertà.
Insieme alla Coalizione Italiana Libertà e Diritti civili abbiamo raccolto i nostri argomenti costituzionali, giuridici, sociali e culturali contro questi due e li abbiamo inviati ai capigruppo della Camera; ai componenti della Commissione Affari Costituzionali della Camera e a quelli della Commissione Giustizia; nonché ai ministri della Giustizia Orlando e dell'Interno Minniti, al sottosegretario alla Giustizia Migliore e al viceministro dell'Interno Bubbico.
Il 14 febbraio Luigi Manconi, presidente della Commissione per la tutela dei diritti umani del Senato, il presidente e il direttore Amnesty International Italia, Antonio Marchesi e Gianni Rufini, e Patrizio Gonnella, presidente di Antigone e Coalizione italiana libertà e diritti civili, hanno ricevuto una lettera da parte di Nino Sergi, presidente onorario di Intersos.
Nella lettera Sergi evidenzia - a quanto pare a titolo personale - la necessità del ritorno dell’ambasciatore italiano al Cairo.
Tale decisione, secondo Sergi, rafforzerebbe la ricerca della verità per Giulio Regeni, consentirebbe di affrontare meglio “la difficile situazione internazionale e le crescenti tensioni che minacciano la pace”, e ripristinerebbe quelle “attività di cooperazione” che “hanno risentito” dell’assenza dell’ambasciatore italiano in Egitto.
Il 16 febbraio Sergi ha reso pubblica la sua posizione attraverso un appello al presidente del Consiglio Gentiloni e al ministro degli Affari esteri Alfano.
Migranti e sicurezza. Contro le ordinanze dei sindaci e le nefandezze del decreto anche noi ci appelleremo ai giudici e alla rule of law
Patrizio Gonnella - il manifesto 12/02/2017
Siamo vicini alle elezioni. E il governo spera di racimolare consensi con la solita sbobba su sicurezza e immigrazione. Ieri sono state approvate una serie di misure, perlopiù vessatorie. Esprimono una idea della sicurezza palesemente classista.
Migranti, poveri, persone con problemi vari, sono il target di misure detentive o comunque limitative della libertà personale. Un mix pericoloso. L’ennesimo pacchetto sicurezza che arriva dal fronte democratico. Ne avevamo già visti più di uno. Nessuno utile a sconfiggere culturalmente o politicamente le destre. Nonostante i Centri di identificazione ed espulsione (Cie) abbiano data prova vergognosa di sé, il governo prova a gonfiarli nei numeri fino a contenere 1.600 migranti in via di identificazione. Anche la durata massima di permanenza si estende: 135 giorni contro gli attuali 90. Per provare a convincere gli scettici, i Cie cambiano però nome. Il fatto che non si chiamino più Cie, ma Centri per il rimpatrio (Cpr), non ne cambia però la natura illiberale e la loro profonda ingiustizia. Inchieste istituzionali, governative, non governative, internazionali, giornalistiche ne hanno nel tempo ampiamente smascherato la natura intrinsecamente violenta.
COMUNICATO STAMPA - Il governo ha presentato oggi pomeriggio due decreti legge su immigrazione e sicurezza urbana. Misure che destano grandi preoccupazioni per le loro ricadute su diritti e garanzie.
"Non c'era bisogno di queste nuove norme in materia di detenzione e immigrazione e di più poteri per i sindaci" dichiara Patrizio Gonnella, presidente della Coalizione Italiana Libertà e Diritti civili (Cild) e di Antigone.
Antigone è stata invitata a entrare a far parte di un comitato di esperti costituito dalle Nazioni Unite al fine di lavorare a strumenti di monitoraggio delle carceri mondiali costruiti sulla base delle cosiddette Mandela Rules (United Nations Standard Minimum Rules for the Treatment of Prisoners).
Il comitato di esperti, che si riunisce il 9 e 10 febbraio, è costituito da componenti istituzionali di 16 Paesi del mondo, da componenti dell'Ufficio delle Nazioni unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine e di altri organismi Onu, da istituti di ricerca e da tre Ong: Penal Reform International, Association for the prevention of torture e Antigone.
Venerdì scorso, nell'ambito delle attività organizzate per la settima assemblea dell'EU Russia Civil Society Forum ad Helsinki, abbiamo partecipato alla visita organizzata presso il carcere di Sörnäinen.
L'istituto, inaugurato alla fine dell'800, è situato nel centrale quartiere di Sörnäinen ed ospita circa 230 detenuti, ma ci sono al momento due sezioni chiuse per ristrutturazione. Si tratta di detenuti con condanne definitive, da quelle molto brevi all'ergastolo, e c'è anche una sezione protetta per sex offenders.
La struttura non presenta significative particolarità, assomiglia a molte carceri dello stesso periodo che abbiamo visto in questi anni in giro per l'europa. E' però decisamente pulita e, soprattutto negli spazi comuni, ottimamente attrezzata ed arredata. Le celle sono per la maggior parte singole ma ci sono anche celle doppie.
COMUNICATO STAMPA - "Il senato e il governo dimostrino la loro buona volontà approvando il disegno di legge per l'introduzione del reato di tortura uscito dalla Camera dei Deputati ormai nel lontano aprile 2015". A dirlo è Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, relativamente alla notizia che la discussione su tale disegno di legge tornerà nell'ordine del giorno dei lavori di Palazzo Madama.
"Il testo che volevamo e vogliamo è quello coerente con quanto previsto dalla convenzione delle Nazioni Unite del 1984 che il parlamento italiano ratificò nel 1988 - prosegue Gonnella. Quello della Camera era un testo di compromesso che in commissione giustizia del Senato è diventato irricevibile. Approvare quest'ultimo significherebbe ricominciare il ping-pong parlamentare che di fatto renderebbe impossibile approvare questa legge entro il termine della legislatura".
Roma, 01/02/2017
COMUNICATO STAMPA - "L'Italia mostri la sua diversità rispetto all'America di Trump. Ci appelliamo al capo del Governo Paolo Gentiloni e al ministro della Giustizia Andrea Orlando affinchè con un provvedimento urgente del Governo approvino in una settimana la legge che introduce il crimine di tortura nel nostro Paese. E' una indecenza che siamo ancora a questo punto. E dall'altra parte dell'Oceano c'è chi la vuole naddirittura legittimare".
A dichiararlo è Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, a seguito della prima intervista televisiva del nuovo presidente Americano Donald Trump durante la quale, lo stesso, ha dichiarato che la tortura, il waterboarding, assolutamente funzionano, lasciando intendere che gli Stati Uniti faranno uso di queste pratiche.
COMUNICATO STAMPA - Dopo anni di indagini, udienze, assoluzioni, si è forse arrivati ad una svolta sul caso della morte di Stefano Cucchi. Il procuratore capo Giuseppe Pignatone e il pm Giovanni Musarò, chiudendo l'inchiesta bis sui responsabili del pestaggio contestano a tre carabinieri il reato di omicidio preterintenzionale.
Altri esponenti dell'arma, tutti in servizio all'epoca dei fatti alla stazione dei carabinieri Appia dove Cucchi fu portato immediatamente dopo il suo arresto, sono accusati di calunnia o di reato di falso verbale di arresto.
"Oggi è un giorno importante per il caso della morte di Stefano" dichiara Patrizio Gonnella, presidente di Antigone e CILD. "Fin dal primo momento siamo stati al fianco di Ilaria Cucchi in questa sua lunga battaglia"."E' grazie al suo coraggio e alla sua tenacia se la verità su questo caso non è stata insabbiata". "Un ringraziamento va anche al procuratore Pignatone".
"Ora - conclude Gonnella - ci auguriamo si vada dritti verso una sentenza che restituisca giustizia a Stefano, la sua famiglia e tutti noi".
ROMA, 17/01/2017